L’ex sindaco di Messina e parlamentare regionale Cateno De Luca si costituirà parte civile al processo sui presunti dati covid falsati dalla Regione. Lo ha annunciato oggi subito dopo la notizia del processo immediato per l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza e per i dirigenti del dipartimento Sanità, Letizia Di Liberti e Mario Palermo. Sono stati loro tre direttamente a chiedere di saltare l’udienza preliminare e dovranno comparire in tribunale il prossimo 10 novembre. La presa di posizione di De Luca, che da tempo ha anche annunciato la sua candidatura a presidente della Regione, arriva proprio per il suo ruolo da ex primo cittadino dello Stretto, quando tra la fine del 2020 e i primi tre mesi del 2021 il territorio venne investito da un’ondata di contagi registrando un numero elevato di vittime. “Si esposero – secondo De Luca – i cittadini messinesi a tutti i disservizi che vennero causati dall’assoluta incapacità della Regione Siciliana di fronteggiare e gestire la crisi pandemica”.

I posti letto di terapia intensiva

Il processo scaturisce dal presunto numero falsato comunicato dalla Regione su contagi e decessi. Numeri che furono spalmati e che, secondo la Procura, avrebbero permesso di ritardare l’istituzione della “zona rossa” in Sicilia con i conseguenti divieti di spostamenti. L’ex sindaco parla anche di posti letto di terapia intensiva “fasulli”: “Ce n’erano solo 11 – dice -, mentre i famosi posti letto di Barcellona Pozzo di Gotto esistevano solo sulla carta”. Oggi De Luca parla che all’epoca si dovette battere contro il “muro dell’omertà della Regione” che, a suo dire, negava i dati, si rifiutava di fornirli o li forniva in mondo incompleto e imparziale.

Lo scontro con Razza

All’epoca con Cateno De Luca vi fu un fortissimo scontro proprio con Razza, con minacce di denunce e querele. L’ex sindaco ricorda anche che da questa inchiesta sui dati falsati viene fuori anche il suo nome e dei presunti tentativi dell’assessore di volerlo fermare per le sue continue denunce su sprechi e disservizi della sanità siciliana. “Avevo ragione io – continua De Luca – quando dicevo che Messina doveva essere dichiarata zona rossa perché c’erano migliaia di contagi fuori controllo, non c’era contact tracing e non venivano processati i tamponi”. E parla di un governo regionale che “metteva in atto una vera e propria campagna di disinformazione e controinformazione con il solo scopo di negare la realtà dei fatti, fare stare tutti zitti e buoni e delegittimare De Luca”.

L’udienza del 10 novembre

“A quella udienza – preannuncia Cateno De Luca – ci sarò pure io, e chiederò al tribunale di ammettere la mia costituzione di parte civile. Anche io sono parte lesa in questo processo”. Intanto l’affondo politico dell’ex primo cittadino non poteva mancare: “Assessore Razza ti invito alle immediate dimissioni. E’ evidente la tua inadeguatezza al ruolo che dovresti ricoprire! La stessa Regione Siciliana ha reso noto che si costituirà parte civile nel processo… Segnale inequivocabile che nei tuoi uffici non può esserci più spazio per i tuoi cavilli argomentativi”.

La mozione di sfiducia

De Luca ci prova anche politicamente a colpire Razza, oltre che per vie legali. “Domani stesso – annuncia – l’onorevole Danilo Lo Giudice presenterà una mozione di sfiducia nei tuoi confronti alla quale mi auguro che tutti i deputati regionali vorranno aderire e dimostrare, almeno una volta in questa lunga e patetica legislatura, che hanno compreso che i siciliani sono stanchi di voi”.

 

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