I pazienti Covid ricoverati nei reparti ospedalieri di medicina interna sono in aumento ma la situazione non è drammatica come all’inizio dell’inverno dello scorso anno. I pazienti di questa quarta ondata della pandemia infatti, grazie soprattutto all’ampia percentuale di vaccinati, sono meno gravi, come rilevato dai dati. Eppure le criticità cominciano ad emergere, sia perché i numeri sono in crescita, sia perché i pazienti Covid tolgono spazio ai malati cronici. I dati del monitoraggio quotidiano dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) dicono che a livello nazionale sale al 10% la percentuale dei posti letto occupati da pazienti con Covid nei reparti ospedalieri di area medica.

Le prime ambulanze di nuovo in fila

Non solo, dal 118 nazionale arriva l’allarme per le ambulanze che in alcune regioni sono costrette a mettersi in fila davanti ai pronto soccorso in attesa che i pazienti vengano presi in carico. Di fatto, con la stagione invernale i casi di febbre e difficoltà respiratorie acute sono in netto aumento e tra sintomi dell’influenza e sospetto Covid serve una valutazione ospedaliera in tempi brevi che i pazienti non possono aspettare parcheggiati in ambulanza.

I dati del ministero della Salute

Intanto, secondo i dati del ministero della Salute i positivi al virus sono oggi 9.503 (contro i 15.021 di ieri) riscontrati su 301.560 i tamponi molecolari e antigenici, mentre il giorno precedente erano stati 525.108. Il tasso di positività è al 3,1%, in aumento rispetto al 2,9% di ieri. Nelle ultime 24 ore sono state registrate 92 vittime in un giorno, ieri 43. Dario Manfellotto, presidente della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti (Fadoi) osserva: “Nonostante l’effetto vaccini abbia portato ad una riduzione dei casi più gravi, purtroppo iniziano a vedersi anche le prime criticità per i ricoveri di pazienti cronici, il cui spazio viene sacrificato”. Il rischio di Covid grave che si osserva in queste settimane “è decisamente più basso rispetto ad altre ondate e sono in genere pazienti che possono esser dimessi rapidamente”, aggiunge.

Altri casi

Non di rado, capitano però precisa sempre Manfellotto, “pazienti ricoverati per altri motivi, che avevano un’infezione da Sars-Cov-2 non ancora rilevabile con il tampone fatto all’ingresso in ospedale, e che si sono poi positivizzati successivamente. Questi pazienti devono restare a lungo in ospedale, richiedono isolamento in stanze singole, in alcuni casi il trasferimento in reparti Covid. Di qui la necessità di aprire, in molti reparti di medicina, ‘zone grigie’ dove collocarli”. “Tutto questo – aggiunge Manfellotto – sta portando in alcuni casi a pesare sui ricoveri dei malati cronici, ovvero di persone che soffrono di malattie cardiovascolari, respiratorie o diabete”.

Crescita ricoverati ma non in Sicilia

Agenas dal canto suo confronta i dati del 6 dicembre con quelli del giorno precedente e indica che la percentuale dei posti occupati in area medica cresce in sette regioni e province autonome: Abruzzo (al 9%), Calabria (al 15%), Emilia Romagna (al 9%), Friuli Venezia Giulia (al 23%), Pa di Trento (al 11%), Piemonte (all’8%), Sardegna (al 5%) mentre calano in Valle d’Aosta (al 21%). In terapia intensiva è stabile all’8%, a livello nazionale la percentuale dei posti occupati da pazienti Covid. Ritornano oltre soglia le Marche raggiungendo il 12%; restano oltre il limite (ossia oltre il 10%) il Friuli Venezia Giulia (16%) e la Provincia autonoma di Bolzano (14). Mentre la percentuale è in calo in Abruzzo (al 4%), Calabria (al 10%), Liguria (al 10%), Umbria (all’8%), Valle d’Aosta (al 3%).

Il totale dei malati

In totale ad oggi – dicono i dati del ministero della Salute – sono 743 i pazienti in terapia intensiva in Italia, 7 in più rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 45. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 5.879, ovvero 282 in più rispetto a ieri. Per quanto riguarda le cure ai malati di Covid, oggi l’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha segnato un ulteriore passo avanti raccomandando di estendere l’indicazione di tocilizumab per includere il trattamento degli adulti con forme di Covid-19 grave, che stanno ricevendo un trattamento sistemico con corticosteroidi e richiedono ossigeno supplementare o ventilazione meccanica.

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