• Franco Locatelli (CSS) è stato ospite di Che tempo che fa su Rai3.
  • Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha parlato del vaccino di Johnson&Johnson.
  • Locatelli ha anche ribadito l’importanza della terza dose.

Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ieri sera, 24 ottobre, a Che tempo che fa su Rai3, è intervenuto sulla possibilità di fare una seconda dose a chi ha fatto il vaccino Johnson&Johnson.

Locatelli ha affermato: «È un vaccino a vettore virale, come AstraZeneca, che ha ottenuto l’approvazione da parte delle agenzie regolatorie per una sola somministrazione monodose. In questo ora c’è la notizia di un processo di revisione da parte di FDA – successivamente ci sarà sicuramente anche da parte di EMA. Qualora arrivassero indicazioni sulla possibilità di somministrare una seconda dose con una vaccino a RNA Messaggero, si avrebbe il vantaggio di indurre una risposta immunologica anche migliore. Queste persone verranno chiamate, c’è un’anagrafe vaccinale molto precisa. Somministrare oltre i due mesi non compromette l’efficacia. Appena arriveranno le indicazioni delle agenzie regolatorie, si farà tutto velocemente».

Locatelli ha aggiunto: «Le evidenze ci dicono che la terza dose è certamente raccomandabile per persone che hanno connotazioni di fragilità o per ragioni anagrafiche o patologie concomitanti. Questa la chiamerei dose addizionali per soggetti immunodepressi. Abbiamo evidenze che con la terza dose la metà di coloro che non hanno avuto risposte, perché assumevano una terapia immunosoppressiva per prevenire un rigetto in caso di trapianto d’organico, ha poi reagito meglio», al momento«c’è un sistema di prenotazione largamente disponibile per gli over 60, poi c’è la possibilità nel tempo la considereremo anche per i più giovani».

Il presidente del CSS ha poi spiegato: «Più ci avvicineremo al ritorno alla normalità e sempre di più penseremo che ne usciremo tutti insieme. Non possiamo non tenere conto del problema che in alcuni Paesi la percentuale di vaccinati non arriva nemmeno alle due cifre: lì dobbiamo aiutare. Dalla pandemia si esce con due valori: quello della conoscenza e quello della solidarietà».

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