Bus e tram rimangono tutti in rimessa. Adesione al 100% da parte dei lavoratori Amat allo sciopero convocato dai sindacati per il mancato rinnovo del contratto di servizio. Quella di oggi è la terza manifestazione dall’inizio del 2024. Uno stop di 24 ore con il quale autisti e dipendenti amministrativi chiedono notizie all’azienda in merito ai cosiddetti accordi di secondo livello, ovvero a quei diritti che fanno riferimento a buoni pasto, ferie ed altro genere di benefit. Fatto per il quale sono scesi in piazza anche i dipendenti della Sicilbus, azienda privata che si occupa della gestione dei collegamenti fra Palermo ed alcuni comuni della provincia.
Gli attacchi sulla gestione del tram
A preoccupare i sindacati di Amat è anche lo stato dei conti dell’azienda, soprattutto alla luce della perdita da 21 milioni di euro sul bilancio 2022. I sindacati puntano il dito in particolare sui servizi in perdita, a cominciare dalla gestione dei pass Ztl per poi passare all’intera gestione del sistema tram di Palemo. L’infrastruttura promossa dall’ex sindaco Leoluca Orlando e dall’ex assessore Giusto Catania rappresenta oggi una delle principali voci del passivo registrato da Amat nel 2022. Una perdita strutturale da 6 milioni di euro, a cui si aggiungono i 3 milioni di euro per il mancato pagamento dell’IVA sui pass Ztl dal 2016 ai giorni nostri, nonchè i 12 milioni di euro attesi dalla Regione per i rimborsi del periodo covid.
“La Ztl doveva essere un mezzo di sostentamento per Amat. Un modo per compensare il costo di gestione del tram – ha dichiarato Carlo Cataldi dei Cobas -. Secondo le previsioni, avremmo dovuto incassare 30 milioni. E invece ne sono arrivati appena 2,8 milioni, di cui 400.000 euro sono andati a coperti dell’IVA da versare allo stato. Il Comune deve farsi carico dei costi del tram“. Una posizione condivisa anche da Alfredo Montalto, responsabile della Uiltrasporti. “Il tram è un servizio in perdita. Abbiamo un passivo di sei milioni di euro all’anno a cui far fronte. Questo servizio non può essere pagato 4,80 euro al chilometro. Servono almeno 12 euro al chilometro. Il Comune deve fare la propria parte nella gestione del tram”.
Gli accordi di secondo livello in casa Amat
La protesta di oggi era principalmente mirata a chiedere il rinnovo dei cosiddetti accordi di secondo livello. Un aggiornamento che, secondo Salvatore Girgenti della Fit Cisl, manca da troppo tempo. “Questa manifestazione è l’ennesimo atto di dimostrazione nei confronti dell’Amministrazione. Vogliamo maggiore attenzione. E’ dal 2007 che non abbiamo più un contratto di secondo livello. L’inflazione è alle stelle e il personale riceve sempre meno. Ad oggi non abbiamo avuto risposte. Speriamo che oggi ne arrivi qualcuna che dia continuità all’azienda, per poi metterci a discutere del contratto di servizio”.
“Siamo qui per rivendicare il contratto di servizio scaduto nel 2007 – aggiunge Alfredo Montalto della Uiltrasporti -. Da quindici anni attendiamo risposte dal Comune, senza ricevere un centesimo. Ci sono colleghi che guadagno 1200 euro al mese. Stipendi miseri che non consentono di mantenere le famiglie. Abbiamo chiesto i buoni pasto, la stabilizzazione degli ausiliari al traffico e dei bonus per gli operatori dei servizi”. Parentesi finale sul mancato rinnovo dei contratti per i 37 lavoratori part-time dell’officina. “Il loro è scaduto lo scorso 31 marzo – sottolinea Montalto -. Doveva essere bandito un concorso dall’azienda. Ad oggi però non ci sono notizie”.
Vertice rinviato a venerdì
Il sit-in dell’azienda si è concluso intorno all’ora di pranzo. Le sigle sindacali non sono state ricevute a Palazzo Comitini, anche se è stato fissato un incontro con la conferenza dei capigruppo del Consiglio Comunale per la giornata di venerdì.
Amella (M5S): “CdA di Amat si dimetta”
Una situazione sulla quale arriva la dura presa di posizione della consigliera comunale del M5S Concetta Amella. È oltremodo preoccupante la mancata redazione di un piano industriale definitivo, per il quale sono stati già spesi 65.000 euro e che il CDA di Amat avrebbe dovuto approvare entro il 30 settembre 2023. È importante sottolineare che senza un piano industriale definitivo, che è un documento programmatico, non è possibile definire i servizi da includere nel nuovo Contratto di Servizio dell’azienda. Giova ricordare ai colleghi di maggioranza e alla Giunta che l’approvazione del nuovo contratto di servizio di Amat è soprattutto una misura/azione cruciale per la tenuta del piano di riequilibrio del Comune. A rischio non è solo la continuità aziendale di Amat, ma la stessa tenuta dei conti del Comune. Di fronte a tanta manifesta incapacità ed incompetenza del Consiglio di Amministrazione di Amat, se ne chiedono pertanto le immediate dimissioni”.
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