Fiocco azzurro all’Arnas Civico di Palermo, l’Azienda ospedaliera di alta specializzazione della città. E’ nato questa mattina in occasione della prima Giornata Nazionale della Salute della Donna promossa dal Ministero della Salute, il nuovo percorso diagnostico terapeutico interaziendale per la cura delle patologie onco-ginecologiche e la prima U.O.C. (Unità Operativa Complessa, in pratica un reparto si alta specializzazione retti da un primario) di Ginecologia oncologica del Sud Italia a Direzione universitaria.
La Direzione è affidata al prof. Vito Chiantera, e dovrà assicurare la gestione delle pazienti con patologie ginecologiche-oncologiche nelle varie fasce di età verrà garantita da un’unica equipe che opererà in maniera integrata in ciascuna delle due Aziende.
“Oggi stiamo scrivendo un’importante pagina in una giornata in qualche modo storica – ha detto Fabrizio Micari, Rettore dell’Università di Palermo -. Stiamo facendo squadra, mettendo insieme risorse e umane e tecnologiche nell’interesse della città e delle donne siciliane. È una prima tappa di un percorso, con il progetto Policlinico 2020, che guarda ad un futuro dove fare squadra è l’obiettivo che si concretizza nell’interesse di Palermo Città Universitaria, anche nell’importantissimo settore della salute di avanguardia”
“La ginecologia oncologica – ha commentato Giovanni Migliore, Direttore Generale dell’ARNAS Civico – completa l’offerta assistenziale del Centro Oncologico ‘Maurizio Ascoli’ dell’ARNAS Civico, assicurando una risposta eccellente al bisogno di cura delle pazienti affette da tumori dell’apparato riproduttivo grazie ad una virtuosa collaborazione tra Università e Servizio Sanitario Regionale che, in tempi di spending review, inaugura una nuova e più efficiente modalità di gestione delle risorse.”
“Questa sinergia, nata con l’unico obiettivo di tutelare la salute della donna, rappresenta una straordinaria possibilità di integrare le migliori professionalità. – ha sottolineato il prof. Vito Chiantera, Direttore dell’U.O.C. di Ginecologia Oncologica dell’ARNAS e responsabile del percorso diagnostico terapeutico interaziendale – L’accordo tra Civico e Policlinico UniPa è una prova di enorme efficienza e anche di sapere guardare avanti. Se riusciamo a creare un percorso integrato diventeremo un centro che creerà mobilità attiva. Sono profondamente fiero di fare parte di questa Università”.
“C’è un totale cambio di rotta perché per la prima volta si fa un accordo che mette insieme le risorse che vanno a vantaggio delle strutture. – ha dichiarato Renato Li Donni, Direttore Generale AOUP Paolo Giaccone di Palermo – È un modello che pensiamo di allargare ad altre unità operative. La vicinanza Civico-Policlinico andrà a vantaggio anche della ricerca, garantendo servizi economicamente sostenibili, garantendo un’economia delle risorse che dobbiamo perseguire”
“Essere qui insieme al Rettore e ai due Direttori generali, a cui non posso che essere grato, è testimonianza che in questa Regione vincono le sinergie – ha commentato Baldo Gucciardi, Assessore per la Salute della Regione Siciliana – L’esempio che danno Civico e Policlinico è un precedente nobile della crescita di questa integrazione indispensabile per trasferire il valore della ricerca e dell’assistenza. In questo giorno, fortemente simbolico, dedicato alla salute della donna, si sta realizzando a Palermo un forte esempio in cui il mondo accademico si apre con generosità. Tutto ciò mi rincuora”.
Ma i toni trionfalistici di questa nascita mal si accompagnano con quel che sta accadendo, in queste ore, intorno al medesimo neonato reparto. ben 5 sindacati dell’area medica hanno, infatti, presentato un esposto contro la nascita di questo reparto che considerano “incomprensibile”.
Anaao Assomed, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici ed Aaori Emac hanno scritto, oltre che all’assessorato regionale per la salute, ai due dirigenti generali del settore, anche alla Procura della Corte dei Conti e alla Commissione Salute dell’Ars.
Nel loro esposto intersindacale sostengono che il reparto sarebbe, in realtà, una duplicazione di reparto già esistente e dunque di funzioni,, incarichi e personale. “L’offerta garantita dalla già esistente UOC di Ginecologia ed Ostetricia – scrivono nel loro esposto – è rispondente alla domanda, che, d’altro canto, non è certamente tale da rendere necessaria addirittura l’istituzione di una nuova Struttura Complessa. L’UOC di Ginecologia Oncologica è il frutto di un atto aziendale totalmente sganciato da criteri che tengano preminentemente conto delle reali necessità e della domanda di salute, ma anche dai criteri del cosiddetto Regolamento Balduzzi, atteso che nel D.M. n. 70 del 2015 la disciplina di Ginecologia Oncologica non è contemplata”.
Ma l’esposto si spinge oltre e segnala che non ci sarebbe neanche una mobilità passiva ovvero un ricorso dei siciliani a cure praticate in altre parte d’Italia o d’europa, per giustificare questa scelta “Irrisoria o addirittura inesistente è la mobilità passiva regionale – scrivono – mentre attiva risulta ad oggi la mobilità provinciale, segno di una attuale attrattività dell’Arnas che trae anche origine da una tradizione oncologica e dalle professionalità del PO Maurizio Ascoli che oggi operano nel contesto della UOC di Ginecologia ed Ostetricia”.
Lo stesso esposto non attacca in nessuno modo l’assessore al quale “Si dà atto all’Assessore – scrivono – di aver voluto porre rimedio ad alcune criticità rappresentate da una rete ospedaliera, quella del DA n. 46/2015, non aderente agli standard del DM n. 70/2015 (il decreto Balduzzi che regolamenta la rete ospedaliera ndr) e che, ai sensi della delibera di giunta n. 119 del 14 maggio 2015 necessitava di ‘una revisione in minus del numero delle strutture complesse e delle discipline’. Pertanto, attraverso la recentissima direttiva n. 28551 del 25 marzo 2016, si intende chiaramente porre un freno alla attivazione di nuove UOC che, ancorché previste nel DA 46/2015 (che regolamentava la rete ospedaliera siciliana ndr), non sono confermabili in un processo di revisione della rete ospedaliera che possa allinearsi agli standard nazionali (DM n. 70/2015)”.
“Appare chiaro, dunque, che l’attivazione di tutte le nuove strutture complesse, compresa quella di Ginecologia Oncologica (non prevista tra l’altro tra le discipline al punto 3 dell’Allegato B del DM n. 70/2015) deve passare al vaglio dell’Assessorato. Ma allora come è possibile che – ci si chiede nell’esposto – in assenza di qualsiasi forma concorsuale espletata, venga presentato pubblicamente un nuovo direttore della Struttura Complessa di ginecologia oncologica”.
In realtà la direzione generale del Civico una richiesta all’assessorato l’ha fatta ma in modo assolutamente anomalo. Con una nota datata 20 aprile, ma giunta in assessorato solo oggi, a firma del direttore generale Giovanni Migliore, si comunica della decisione assunta e si chiede all’assessorato di ‘validarla’ entro il 26 aprile, ovvero martedì prossimo. in assenza di risposta in due giorni lavorativi, praticamente, l’azienda procederà considerando il silenzio come una forma di assenso.
Ma nell’attesa di questa risposta da parte della burocrazia regionale oggi Università di Palermo e Azienda Civico hanno presentato alla stampa la convenzione in base alla quale martedì aprirà, di fatto,. un reparto già pronto.
In assessorato i funzionari che si troveranno ad analizzare la vicenda lo faranno, naturalmente, con grande tensione. Di fatto esistono due vie: il Decreto Balduzzi che considera la nascita di un reparto del genere ‘illegittima’ a fronte di una normativa regionale che lascia, invece, la porta aperta a questo tipo di soluzione. quale che sia la scelta fatta in assessorato rischia di essere considerata quella sbagliata dalla Corte dei Conti.
Il DM 70, il Decreto Balduzzi, infatti, non è ancora pienamente in vigore in Sicilia. Doveva andare a regime al 31 dicembre dello scorso anno ma la Regione ha ottenuto un rinvio al 31 dicembre 2017, in pratica dopo le elezioni regionali del prossimo anno. Sarà un altro governo, appena insediato, a doversene occupare. ma l’esposto chiede all’assessorato di esercitare una sorta di controllo preventivo ed impedire la costituzione di un reparto che, comunque, fra due anni (anche meno) non avrà più motivo normativo per esistere e che, secondo lo stesso esposto, già adesso ‘non sembra legato ad alcuna specifica esigenza assistenziale’.
“Mi sorprende questo atteggiamento di parte sindacale – dice a BlogSicilia il direttore del civico Giovanni Migliore – n on mi sembra che nessuno abbia sollevato dubbi quando fu varato il decreto 46 dell’assessore Borsellino che rimodulò la rete ospedaliera prevedendo anche la nascita dio questo reparto. Ogni anno si registrano 1200 nuovi casi di tumore dell’apparato riproduttivo femminile. un dato che, purtroppo, giustifica ampiamente l’esigenza assistenziale. peraltro sul territorio nazionale ci sono dieci reparti analoghi. Il più vicino, prima della nascita di questo, era a Napoli. Potenzialmente il bacino d’utenza è di circa 10 milioni di assistiti e proprio oggi ho ricevuto anche una lettera del presidente della Società Italiana di Ginecologia Oncologica che ‘plaude con entusiasmo’ alla nascita di questa UOC”.
“Mi batterò con forza perchè questo reparto esista e funzioni –dice a BlogSicilia l’assessore per la Salute Baldo Gucciardi – che non rappresenta in alcun modo uno sperpero di risorse. E’ una esigenza chiara e limpida di assistenza alle donne. peraltro l’azienda ha scelto di affidare il reparto ad un cattedratico in base ad una convenzione con l’Università nelle more dell’espletamento di un concorso pubblico a norma di legge”
Commenta con Facebook