Una smentita preventiva con tanto di invito ai cronisti a non scrivere una sola riga a proposito delle parole captate durante una intercettazione in cui è stato speso il suo nome. Il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, alle 14,30 ha diffuso una nota, attraverso il suo ufficio stampa, con la quale invita i cronisti a fare attenzione su quello che scriveranno alla luce di quanto emerso nel corso di alcune intercettazioni captate dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’operazione “Sorella Sanità” che oggi ha portato all’arresto di una decina di persone.
Lo stralcio dell’intercettazione, tra Fabio Damiani, direttore dell’Asp 9, tra gli arrestati odierni, ed un imprenditore, recita testualmente, dall’ordinanze del gip “Chi c’è dietro questa operazione lo sappiamo solo noi e Gianfranco. Il pupo è… eee… u puparo è Miccichè” dice Manganaro “a me a prescindere del resto se l’operazione mi deve riuscire è quella lì ok? – continua l’imprenditore – ma siccome siamo in tre a saperlo tu si u quarto che a Trapani dietro… ce l’ha messo Miccichè con un teatrino palermitano”.
Le agenzie ed altri organi di informazione hanno scritto: “I finanzieri hanno ricostruito tramite una serie di intercettazioni in un ufficio in via Principe di Villafranca un incontro tra Ivan Turola Fabio Damiani e Guglielmo Micciché fratello del presidente dell’Ars avvenuto nel bar Spinnato in via Principe di Belmonte”.
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