Il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi ha deciso di ritirare le dimissioni che aveva presentato lo scorso 8 marzo, a seguito della vicenda del vaccino anti Covid a cui si era sottoposto a gennaio insieme ad alcuni membri della giunta pur non essendo inseriti negli elenchi. Stamani i capigruppo consiliari hanno firmato un documento in cui “lo invitano a continuare senza remore il percorso intrapreso”. L’intero Consiglio comunale aveva già chiesto il ritiro delle dimissioni all’unanimità. Nei giorni scorsi una busta con minacce e un proiettile era stata indirizzata a Nicolosi che aveva ricevuto numerosi attestati di solidarietà.

 

Il messaggio di Nicolosi alla cittadinanza

Il sindaco ha anche scritto un messaggio alla cittadinanza in cui annuncia tra l’altro di voler rinunciare a procedere per le vie legali contro chi, in occasione del “caso vaccini”, si era espresso con toni offensivi, auspicando il ritorno a un clima più disteso. “La riunione di oggi con i capigruppo consiliari – scrive Nicolosi – si è conclusa con un rinnovato impegno da parte di tutti a continuare l’attività amministrativa al servizio della città per portare a compimento i progetti di sviluppo già avviati. Personalmente sento il dovere di proseguire con dedizione ancora più grande, perché a Corleone possano trovare concreta realizzazione le grandi opere avviate e da inaugurare tra l’anno in corso e il prossimo”. “Tutto ciò – prosegue Nicolosi – sarà ancora più possibile attraverso un nuovo patto di collaborazione e comprensione con tutta la cittadinanza, entrato in crisi a seguito delle vicende di queste settimane che hanno registrato fratture e contrapposizioni. Ribadisco il mio rammarico per quanto successo, auspicando che la prossima sia una Pasqua di Resurrezione e di Redenzione per tutti a partire dalla mia persona”.

L’annuncio delle dimissioni

Il sindaco di Corleone Nicolò Nicolosi si era dimesso lo scorso 8 marzo Il primo cittadino era stato travolto dalle polemiche dopo che il Nas dei carabinieri avevano presentato una informativa alla procura di Termini Imerese sulla vaccinazione anticipata. Il sindaco aveva confermato di aver ricevuto la prima dose di vaccino l’8 gennaio e la dose di richiamo il 31 gennaio.

La conferma del sindaco Nicolosi

“Ho fatto il vaccino in modo consapevole, non tanto per tutelare la salute, quanto perché preoccupato, se infettato, di dovere trascurare per un tempo non breve l’attività amministrativa, in un momento in cui i molteplici impegni, derivanti anche dalla diffusione del virus, oltre che da tutte le altre attività che si stanno portando avanti – ha detto il sindaco – Le attività imponevano una presenza costante sul campo, cosa che ha consentito non solo di fronteggiare con prontezza l’emergenza, ma nel contempo di ottenere cospicui finanziamenti per risolvere annose questioni legate alle infrastrutture, al decoro urbano, agli impianti sportivi, alla illuminazione pubblica e tanto altro di cui si è dato conto al Consiglio comunale e alla città”.

Aveva segnalato anomalie a Musumeci

Peraltro il sindaco, nella sua qualità di presidente della Conferenza dei sindaci della sanità provinciale, ha subito segnalato al presidente della Regione Musumeci e all’assessore alla Sanità Razza la necessità di equiparare i sindaci e gli amministratori locali agli operatori sanitari e quindi inserirli nella prima fascia dei soggetti da proteggere proprio per i compiti che sono chiamati ad assolvere anche in relazione alla tutela della salute della comunità amministrata.

Sospeso il direttore sanitario di presidio

“Dalla prima ricostruzione dei fatti di Corleone è emerso che il direttore sanitario dell’Ospedale, in violazione della circolare emanata, ha proceduto alle dosi di richiamo a quanti, tra cui il primo cittadino, non avevano diritto neppure alla prima. È stato così violato un provvedimento regionale che è stato consolidato da una pronuncia del Tar. Per questa ragione ho dato mandato al direttore generale dell’Asp di Palermo di procedere alla sospensione del dirigente e di avviare i procedimenti disciplinari conseguenti. Non mi consola che esempi analoghi si stiano delineando in tutto il territorio nazionale. Lo sforzo di migliaia di medici, volontari e cittadini non può essere vanificato da posizioni personali e, soprattutto, da operatori che non tengono in alcuna considerazione le decisioni assunte. La Regione non può decidere di violare il calendario vaccinale e non può farlo nessuno”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale per la Salute, Ruggero Razza.

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