I sindaci siciliani dicono no al tiro al bersaglio sulle responsabilità dei primi cittadini. Un problema che Anci, associazione degli amministratori locali, ormai da anni ha posto all’attenzione del governo e del parlamento. “La condanna di Chiara Appendino pone ancora una volta il Paese di fronte a un problema enorme: in questo contesto di leggi e regolamenti diventerà sempre più difficile fare il mestiere di sindaco”, dicono.
Sindaci capri espiatori
Quello che chiede l’Anci è se possono i sindaci rispondere personalmente, e penalmente, per valutazioni non ascrivibili alle loro competenze. “Possono i sindaci continuare a essere i capri espiatori, le uniche istituzioni sulle quali si scarica il peso di scelte dalle enormi responsabilità? Possono essere condannati perché fanno il loro lavoro?”. Qualche anno fa, in una assemblea congressuale dell’ANCI, un gruppo di piccoli Comuni scelse una frase di Ibsen per compendiare i contenuti di un documento /denuncia. “Una comunità è come una nave; chiunque dovrebbe essere preparato a prendere il timone”.
Nelle piccole comunità difficile trovare sindaci
Questa condizione che rappresenta l’essenza stessa della nostra democrazia, in quanto diritto di tutti a guidare la propria comunità rischia di trasformarsi in un grande paradosso perché, soprattutto nelle piccole comunità, è diventato persino difficile trovare persone disposte a svolgere il ruolo di Sindaco, perché prevale, sempre più spesso, il timore di rimanere travolti da norme di difficile applicazione, a volte incomprensibili perché magari pensate o scritte da chi non si è mai confrontato con il duro lavoro di sindaco.
I sindaci si dicono impauriti
“Noi dobbiamo vivere quotidianamente – si legge nella nota dell’Anci – soprattutto in questo particolare momento, nella trincea delle azioni orientate alla crescita sociale ed economica delle comunità e non possiamo rimanere immobilizzati dalla paura di apporre una firma o autorizzare una procedura. Non ci spaventa lavorare né rispettare le regole, purché queste siano eque e rispettose delle differenze tra il livello gestionale e quello dell’indirizzo politico anche sul piano delle responsabilità penali”.
Sono in tanti i sindaci siciliani che hanno già aderito e che stanno aderendo in queste ore all’appello promosso da ANCI per sollecitare un intervento normativo di modifica del Testo Unico degli Enti Locali in tema di responsabilità e competenze dei primi cittadini. “Occorre una modifica legislativa per evitare ogni possibilità che si possano configurare forme di responsabilità penale oggettiva come conseguenza di una attribuzione legislativa di responsabilità dei sindaci senza che a questa corrispondano adeguati poteri e competenze”. Ha dichiarato Leoluca
Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Tale richiesta di modifica legislativa – conclude il presidente Orlando – costituisce una ennesima conferma del rispetto dell’Anci Sicilia per il ruolo dei sindaci e per il ruolo fondamentale della magistratura chiamata spesso a dare applicazione a leggi talora non rispondenti a criteri di ragionevolezza. Tale posizione peraltro si collega ad altri ambiti normativi (contabile e amministrativo) dove si registra analoga sproporzione tra responsabilità e competenze”.
Tra i firmatari Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo e Presidente Anci Sicilia, Salvatore Pogliese, Sindaco di Catania, Cateno De Luca, Sindaco di Messina, Francesco Italia, Sindaco di Siracusa, Giacomo Tranchida, Sindaco di Trapani, Giuseppe Cassì, Sindaco di Ragusa, Roberto Gambino, Sindaco di Caltanissetta, Maurizo Di Pietro, Sindaco di Enna, Luca Cannata, Sindaco di Avola e Vice Presidente Vicario ANCI Sicilia.
Il caso dopo la condanna al sindaco di Torino
Anci invia solidarietà al sindaco torinese, “è stata condannata per una vicenda che chiama in causa tutti noi nell’esercizio quotidiano del nostro lavoro. Oltre al dolore che si prova per queste tragedie che segnano non solo le famiglie delle vittime ma l’intera comunità cittadina un sindaco deve anche rispondere penalmente per valutazioni che certamente non possono essere ascritte alla sua responsabilità. Non dubitiamo del lavoro della magistratura, sia inquirente che giudicante, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo neanche in questa circostanza, così come rispettiamo profondamente il dolore e la voglia di giustizia dei parenti delle vittime ma sentiamo la necessità di richiamare con forza l’attenzione del legislatore sulla necessità di un intervento normativo decisivo e risoluto di modifica del Testo Unico degli Enti Locali. Se si continua così, come abbiamo più volte denunciato, perché già accade per i piccoli Comuni, non avremo più cittadini disposti ad assumere la carica di sindaco”.
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