Tornano a protestare i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate anche in Sicilia. Nei giorni 8, 12 e 14 ottobre sospenderanno l’uso di tutti gli strumenti personali quali hardware, linee internet e telefoni utilizzati nell’espletamento dell’attività lavorativa, come annunciato dalle sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uilpa, Confsal Unsa e Flp. Una situazione, come denunciano le sigle sindacali, che va avanti da troppo tempo.
“Anche in Sicilia – afferma il coordinatore regionale della Uil Pubblica Amministrazione Entrate Raffaele Del Giudice – lo stato di agitazione trae le mosse dallo scarso rispetto manifestato dall’Agenzia nei confronti dei lavoratori”. Con l’emergenza sanitaria era stato concordato la sospensione dello stato di agitazione, una decisione responsabile legata alla necessità di garantire la piena funzionalità dei servizi malgrado il Covid19. Ma ora è tempo di ricominciare la protesta. “Proprio in questa occasione – precisa l’esponente sindacale – il personale ha manifestato grande dedizione e senso di appartenenza all’amministrazione, anteponendo il senso del dovere a qualsiasi altra necessità”.
I lavoratori, denunciano i sindacati, avrebbero messo a disposizione le proprie utenze e, in alcuni casi, anche i pc personali pur di continuare a svolgere il lavoro da remoto. “Alla luce di tutto ciò, e malgrado i soldi risparmiati sia in termini di buoni pasto che di straordinari –conclude Del Giudice – l’amministrazione si è ben guardata dal mostrare segni di apertura rispetto alle istanze che i lavoratori avevano manifestato con l’avvio dello stato di agitazione nel corso dei mesi passati: la cosa più grave, in tutto questo, è la mancata predisposizione di un piano di assunzioni che provoca, per chi resta, un notevole accumulo di compiti che si traduce in carichi di lavoro sempre più ingenti, a fronte dei quali si continua a registrare una totale assenza di contrattazione”.
“Se entro l’8 ottobre – aggiunge Alfonso Farruggia, segretario generale della Uilpa Sicilia – non si verificherà alcuno sviluppo positivo nell’ambito della vertenza fisco, in Sicilia come altrove, le sigle che hanno indetto lo stato di agitazione saranno costrette ad inasprire le iniziative già in atto avviando le procedure finalizzate alla mobilitazione”.
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