“Fa bene il Governo a prevedere misure finanziarie ampie per arginare il caro bollette“. Così Luigi Sbarra, segretario nazionale della Cisl, a margine del terzo congresso provinciale della Cisl Palermo Trapani “Esserci per Cambiare” in corso all’hotel Saracen di Isola delle Femmine.

Caro bollette, “Bene misure del Governo, ma risorse insufficienti”

“È un tema che abbiamo già sollevato in fase di approvazione della legge di stabilità e grazie a noi è stato inserito un fondo di quasi 4 miliardi – aggiunge -. Sono cifre importanti ma insufficienti, perché nei prossimi mesi dovremo fronteggiare una crisi lunga e pesante anche per famiglie, lavoratori dipendenti, pensionati e imprese.

caro bolletteFa bene il presidente Draghi quando afferma che la crescita è il miglior custode della stabilità, ma abbiamo necessità di misure urgenti, di provvedimenti strutturali perché abbiamo un sistema economico in grande sofferenza per l’alto costo dell’energia, per la mancanza di materie prime e abbiamo una popolazione lavorativa e anziani che stanno soffrendo incredibilmente questi aumenti della bolletta, prezzi, tariffe che stanno erodendo il potere di acquisto di salari, stipendi e pensioni. Ecco perché pensiamo che il governo deve affrettarsi nel mettere in campo misure importanti e tutto ciò deve essere inserito in un contesto e confronto più largo”.

“È tempo di discutere di politica dei redditi”

“Pensiamo sia giunto il tempo di discutere di politica dei redditi, di come sosteniamo le fasce deboli, di come riduciamo il peso della tassazione fiscale per i lavoratori dipendenti e per i pensionati, di come sosteniamo anche l’allargamento della contrattazione, specie quella di secondo livello, per alzare produttività e in parte redistribuirla e di come detassiamo i premi di risultato gli accordi di welfare aziendale. Chiediamo quindi al governo – aggiunge – di aprire una vera fase di confronto per discutere di politica dei redditi e di come governiamo questa fiammata inflazionistica che taglia i redditi delle famiglie italiane”.

Pnrr, Mezzogiorno questione europea

“Il Mezzogiorno deve diventare una vera grande questione non solo nazionale ma anche europea”. Così Luigi Sbarra intervenendo sui fondi Pnrr.

“Siamo fiduciosi che il Pnrr abbia determinato questo vincolo e condizionalità del 40% di risorse da assegnare alla aree meridionali – aggiunge -. Nei prossimi anni avremo risorse imponenti che dovremo spendere a livello nazionale per rimettere in moto crescita, sviluppo, qualità e stabilità del lavoro. Dei 500 miliardi che avremo da spendere tra Pnrr, riprogrammazione dei fondi comunitari, delle risorse del fondo sviluppo e coesione, quasi 200 miliardi sono destinati al Mezzogiorno. È un’opportunità per fare grandi investimenti sulle infrastrutture, sulle reti energetiche e digitali, sulle vie di comunicazione”.

Energia, “stiamo pagando errori del passato”

“Dobbiamo rafforzare la produzione di energia nei confini nazionali. In questa fase stiamo pagando errori del passato, una sorta di ambientalismo e ideologia del ‘no’, di chi per molto tempo ha detto no al nucleare, ai rigassificatori, ai termovalorizzatori – sottolinea -. Adesso dobbiamo recuperare quanto più possibile in un quadro di sostenibilità, la sfida verso il green. Dobbiamo mandare in profondità l’intervento e il sostengo sulle energie rinnovabili, dobbiamo iniziare a fare ricerche sul tema dell’idrogeno ma la transizione energetica va accompagnata con gradualità per evitare che l’alto costo dell’energia determini difficoltà sulla tenuta del sistema industriale, o peggio si trasformi in una spada di Damocle sulla testa delle famiglie, dei lavoratori e degli anziani. Ecco perché le risorse del Pnrr sono importanti sul tema della transizione energetica, ecologica, ambientale e industriale per renderci meno dipendenti dall’estero per quanto concerne l’energia. Ci giochiamo il presente e il futuro di questo paese”.

Ripensamento UE sul nucleare, “Non diventi battaglia ideologica”

“In sede di Commissione europea c’è una discussione sul nucleare e anche un ripensamento. Sia chiaro, non dobbiamo trasformare questa discussione in una battaglia ideologica, ma dobbiamo guardare agli interessi nazionali, al sistema delle imprese che deve potere competere in un mercato sempre più globalizzato e dobbiamo anche guardare ai cittadini e le famiglie”. Così Luigi Sbarra, segretario nazionale della Cisl, a margine del terzo congresso provinciale della Cisl Palermo Trapani “Esserci per Cambiare”, in corso all’hotel Saracen di Isola delle Femmine, nel Palermitano.

44 sigle in piazza il 12 febbraio in oltre 20 città, “sostenere le rinnovabili”

Per uscire dal carbone “l’Italia sta sbagliando strada” dicono 44 sigle tra associazioni, comitati e movimenti secondo cui “il nostro Paese non ha bisogno di nuove centrali a gas fossile né del nucleare, ma di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili”. Un appello che lanciano al governo annunciando “una grande mobilitazione territoriale e di piazza” per sabato prossimo 12 febbraio in oltre 20 città unite nel messaggio “A tutto gas. Ma nella direzione sbagliata. Contro le bufale fossili e nucleari”.

“Pretendiamo che il governo faccia la sua parte nel contrastare la crisi climatica – scrivono le associazioni – definendo immediatamente un piano di uscita dal gas fossile e che gli investimenti previsti in questo settore, comprensivi di Capacity Market e che ci costeranno almeno 30 miliardi di euro, vengano direzionati sull’unica vera soluzione: le fonti rinnovabili”. Occorre “accelerare lo sviluppo e la diffusione delle fonti pulite, a partire da solare ed eolico, efficientamento energetico, accumuli e innovazione” aggiungono.

Le associazioni hanno sottoscritto un manifesto nel quale spiegano le motivazioni e le proposte che lanciano al Governo Draghi, tra cui quella di esprimere in sede Ue e in particolare nel Parlamento Europeo una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi.

Tra le altre proposte, indicano che “si proceda al più presto alla semplificazione della normativa per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di oltre 8 GW di nuova potenza da fonti rinnovabili; che regioni e amministrazioni comunali sviluppino politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili” e “che si adottino strumenti e azioni, come quelli delle comunità energetiche, efficientamento dell’edilizia popolare, risparmio energetico, mobilità sostenibile e riassetto e rinaturalizzazione del territorio”.

 

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