È in corso in tribunale a Roma l’incidente probatorio di Vito Nicastri, il ‘re’ dell’eolico in Sicilia, e di suo figlio Manlio, davanti al gip Emanuela Attura e al pm Mario Palazzi nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati per corruzione l’ex parlamentare di Forza Italia Paolo Arata, presente anche lui all’incidente probatorio, e il senatore leghista Armando Siri.

I due Nicastri sono chiamati a confermare quanto a loro conoscenza in merito al presunto piano di Arata di corrompere l’ex sottosegretario della Lega con 30mila euro per ottenere in cambio emendamenti a favore delle sue aziende nel settore dell’eolico delle quali Nicastri sarebbe stato socio.

Al centro in particolare la frase intercettata dagli investigatori in cui Arata dice al figlio Francesco e a Manlio Nicastri “gli dò 30 mila euro perché sia chiaro tra di noi, io ad Armando Siri, ve lo dico…”.

Manlio Nicastri in proposito ha già riferito ai pm di Palermo, rendendo dichiarazioni che oggi dovrebbe ribadire ai magistrati capitolini. All’incidente probatorio partecipano anche i difensori di Siri e Arata.

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