Emergono nuove intercettazioni dopo il blitz congiunto che ha portato l’altro ieri a 16 arresti a Ciaculli e Brancaccio, a Palermo. Anche la mafia risentì della crisi Covid19 e il lockdown del 2020 costrinse Cosa nostra a forzare le richieste di pizzo.

Le casse dei clan vuote

“Le casse sono vuote”, si capisce ascoltando le intercettazioni diffuse oggi dalla Polizia di Stato. “E dove li dobbiamo andare a prendere? Non c’è dove andarli a prendere”. A parlare è Maurizio Di Fede che avrebbe avuto un ruolo di spicco nel coordinare le attività estorsive in città. “Per adesso da nessuna parte. Non ce n’è”, gli risponde Angelo Vitrano, ritenuto dalla polizia elemento di rilievo della compagine mafiosa, cui erano affidati compiti di raccordo con gli elementi di spicco della famiglia di Ciaculli

Il video

Anche la mafia piegata dal lockdown

Il difficile periodo della crisi economica da Covid19 e del lockdown ha avuto ripercussioni anche sulle organizzazioni criminali. Lo racconta Rodolfo Ruperti, Capo della Squadra mobile di Palermo.
“Nel territorio – dice – interessato dai fermi, e tristemente noto a Palermo, gli interessi mafiosi erano stati riorganizzati secondo vecchie regole e vecchi criteri. La riorganizzazione mafiosa, tuttavia, così come l’intera società civile, è stata attraversata dalle difficoltà del lockdown. I mafiosi, sempre alla ricerca del consenso sociale, hanno avuto grosse difficoltà nella riscossione delle estorsioni, perché le attività commerciali erano chiuse o comunque i negozianti non potevano pagare”.

Non figurare nel libro mastro

“Anche durante il lockdown le estorsioni sono andate avanti. Certo con qualche difficoltà. Abbiamo ricostruito 50 estorsioni e altre 50 sappiamo che sono avvenute ma sulle quali non abbiamo elementi probatori certi spendibili processualmente”, ha spiegato il questore di Palermo Leopoldo Laricchia commentando l’operazione Tentacoli della squadra mobile.

Sono quasi 50 le estorsioni ricostruite dagli inquirenti. In alcuni casi, i commercianti si sono preoccupati di non figurare nel “libro mastro” delle estorsioni o di offrire all’estortore un escamotage per eludere eventuali controlli di polizia.

 

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