La lotta all’abbandono di ingombranti e agli incivili, la necessità di alzare il livello di raccolta differenziata a Palermo e l’obiettivo di potenziare gli impianti e gli strumenti di raccolta. Si è appena insediato il nuovo Consiglio d’Amministrazione di Rap, società Partecipata che si occupa della gestione della raccolta dei rifiuti del capoluogo siciliano, e le sfide che ha davanti sono già tante.

Un CdA guidato da Giuseppe Todaro, dirigente scelto dal sindaco per dare nuovo slancio all’azienda di piazzetta Cairoli. Profilo che ha ricoperto nel passato recente all’Osp e che baserà, per sua stessa ammissione, il suo mandato su un principio cardine: un patto con i palermitani basato sulla necessità di migliorare il decoro urbano, anche attraverso la pulizia delle strada e il corretto conferimento della spazzatura. Un’impresa non facile in una città le cui strade di periferia, molto spesso, si trasformano in discariche a cielo aperto.

La lotta all’abbandono di rifiuti

Un accordo che dovrà partire, fatalmente, dalla risoluzione di uno dei grandi temi irrisolti del capoluogo siciliano: l’abbandono di rifiuti, in particolare sacchetti di indifferenziata e di ingombranti. Tema immortalato dalla nostra redazione in via Barisano da Trani, all’interno del quartiere Cep di Palermo. Una strada come un’altra del capoluogo siciliano, ma che racchiude in sè la quintessenza del problema della gestione del sistema rifiuti: sacchetti di spazzatura indifferenziata abbandonata sul posto, ingombranti a fare da cornice al marciapiede circostante ed, infine, una serie di contenitori danneggiati dalle fiamme appicate, evidentemente, in passato.

Aumentare la raccolta differenziata

Ad una fetta di palermitani, evidentemente, differenziare secca. Un’altra, decisamente più consistente, non ha ancora accesso a questo servizio o fatica ad averlo. Il problema è sia strutturale che culturale. E’ noto che il capoluogo siciliano, secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili, non raggiunge nemmeno il 20% di raccolta differenziata. Un numero che risente, inevitabilmente, della fascia di territorio coperta, praticamente limitata al centro storico e ad alcuni quartieri dell’ottava Circoscrizione.

Il problema dell’impiantistica

Le periferie, in particolare, sono distanti da questo tipo di pratica, che ridurrebbe drasticamente l’afflusso di rifiuti indifferenziati verso la discarica di Bellolampo, sul quale si registrano ingressi di 800-1000 tonnellate al giorno di spazzatura. Un macigno sul polo impiantistico, gravato dalla carenza di vasche disponibili e che rischia di dover ricorrere nuovamente al trasporto dei rifiuti verso altro impianto, in attesa che almeno il primo lotto della settima vasca sia effettivamente utilizzabile, al netto di ritardo ormai non più quantificabile nell’ordine di grandezza dei mesi.

Non si può più aspettare

Un tema non più rinviabile, visto l’esaurimento della III vasca bis e il poco spazio rimasto all’interno della IV vasca, la quale sembra avere circa un paio di mesi di autonomia. Ad oggi le prospettive non sono confortanti. Secondo quanto dichiarato in precedenza dall’ex amministratore unico dell’azienda Girolamo Caruso, per ogni mese senza la disponibilità della settima vasca, in assenza di altro impianto disponibile, Rap e quindi il Comune di Palermo sarebbero chiamati a sostenere uno sforzo economico quantificato intorno ai 10 milioni di euro al mese.

Un salasso che, inevitabilmente, ricadrebbe sul bilancio comunali, a causa degli extracosti generati, e, di conseguenza, sulle tasche dei palermitani. Lusso che, in tempi di piano di riequilibrio, il capoluogo siciliano non si può permettere. Da qui la lettera, inviata dal sindaco Roberto Lagalla alla Regione, in cui si rende disponibile a ricoprire la posizione di commissario sul lavori della settima vasca. Il tempo è tiranno e questo lo sa anche il nuovo CdA di Rap, il quale sarà chiamato da subito a dare una svolta in tal senso.

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