L’emergenza maltempo vuol dire anche gravi danni al sistema economico. Ecco perché la Cna siciliana si mobilita a favore delle comunità che hanno vissuto e subito questo scenario apocalittico. “Intanto a loro va la nostra affettiva e sentita vicinanza – affermano i vertici regionali della confederazione – ma ovviamente non servono solo le attestazioni di solidarietà. Occorre agire e reagire e farlo con celerità, facendo seguire fatti e azioni”.
Incontro alla Regione
“Noi chiediamo con sollecitudine un incontro al governatore della Sicilia, Nello Musumeci, – precisano il presidente Nello Battiato e il segretario Piero Giglione della Cna siciliana – le conseguenze del nubifragio sono incalcolabili. C’è il serio e concreto rischio che il tessuto socio-produttivo, già fortemente provato dagli effetti legati alla pandemia, non possa più rialzarsi dopo questo drammatico evento meteorologico. La dichiarazione dello stato di calamità naturale sarebbe il primo importante passo – precisano Battiato e Giglione –, condizione essenziale per l’acquisizione delle risorse finanziarie, da destinate per la ripresa delle attività economiche, messe duramente in ginocchio”.
Il sostegno finanziario
La Cna garantisce il proprio sostegno attraverso l’Ebas, il suo ente bilaterale: “A tutte le imprese artigiane, che hanno subito danni, – aggiungono Battiato e Giglione – metteremo a disposizione gli strumenti di cui disponiamo. Potranno richiedere un contributo a fondo perduto pari al 30% delle spese di ripristino, fino ad un massimo di 5 mila euro. Tali contributi saranno erogati anche alle aziende non ancora iscritte. Inoltre, nel caso di sospensione delle attività lavorative, potrà esse attivata la cassa integrazione ordinaria prevista dall’Fsba. Cna Sicilia, ma anche le Cna territoriali, sono a disposizione per fornire informazioni e assistenza”.
La conta dei danni
In appena tre giorni di maltempo si sono abbattute su Sicilia e Calabria ben venti bombe d’acqua che hanno causato vittime e danni nelle città e nelle campagne. E’ quanto emerge dal bilancio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che investito Calabria e Sicilia, sulla base dei dati dell’European Severe Weather Database (Eswd). “La regione più duramente colpita – sottolinea la Coldiretti – è la Sicilia dove si è concentrata la quasi totalità dei nubifragi per un totale di 17 eventi estremi che hanno interessato le province di Catania, Ragusa, Siracusa e Trapani. Gli eventi più devastanti – precisa la Coldiretti – si sono verificati a Linguaglossa in provincia di Catania dove domenica sono caduti 320 millimetri per una durata di 18,5 ore mentre lunedì a Catania le precipitazioni di lunedì sono durate 8 ore con la caduta di 127 millimetri di acqua mentre martedì sono caduti 98 millimetri con una durata della pioggia di ben 7 ore”.
Gli effetti sull’ortofrutta
“Il risultato delle intense precipitazioni nella regione – sottolinea la Coldiretti – sono verdure e ortaggi affogati, piante di agrumi abbattute nelle campagne allagate dove è impossibile effettuare la semina ed è stata interrotta la raccolta delle olive ormai mature con danni incalcolabili per le aziende agricole. I violenti temporali e tempeste di vento si abbattono su una regione come la Sicilia che ha – sottolinea l’organizzazione di categoria – il 92,3% dei comuni con parte del proprio territorio a rischio frane e alluvioni con i terreni che non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando allagamenti e smottamenti”.
Le conseguenze del cambiamento climatico
Per Coldiretti si è di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, che compromettono anche le coltivazioni nei campi con costi stimati a livello nazionale che hanno già superato i due miliardi quest’anno tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
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