È ancora sciopero in Sicilia per il settore commercio e distribuzione cooperativa. Le giornate indette il 9 e 10 aprile, 25 aprile, 1 maggio e 2 giugno prossimi. I sindacati siciliani Fisascat Cisl e Uiltucs Uil non arretrano di un passo.
Diritto da riconoscere
“Si riconosca il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori del settore di riposare nei giorni festivi – dichiarano Giusi Sferruzza e Marianna Flauto, rispettivamente segretari generali di Fisascat e Uiltucs Sicilia -. E di poter conseguentemente conciliare al meglio tempi di vita e di lavoro. Ancora una volta protestiamo perché la liberalizzazione delle aperture commerciali ha sicuramente inciso negativamente sulla qualità e condizioni lavorative delle migliaia di addetti del settore”.
Questione aperture domenicali
Secondo le sindacaliste non è da sottovalutare la questione legata all’apertura domenicale. “Sono ben 52 le domeniche all’anno che in tantissimi, per lo più i neo assunti, devono obbligatoriamente garantire come prestazione lavorativa. Si comprenderà quanto, tale previsione contrattuale, incida negativamente sulle famiglie ancor più quando si hanno dei figli in età scolare che, conseguentemente, sono costretti a trascorrere le domeniche e le festività senza la presenza dei genitori”.
Apertura di un confronto
Secondo Sferruzza e Flauto “urge trovare soluzioni che passino anche dalla regolamentazione delle turnazioni a rotazione. Per noi è divenuta un’emergenza. La festa non si vende e non si svende – concludono le sindacaliste -. E’ lo slogan che accompagna le proteste sulle aperture degli esercizi commerciali. Si apra il confronto con le istituzioni regionali per affrontare compiutamente il tema”.
Già altre giornate di sciopero
Già i sindacati siciliani di Filcams Cgil , Fisascat Cisl e Uiltucs Uil avevano proclamato lo sciopero regionale del settore commercio e distribuzione cooperativa. Era accaduto nei giorni 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio scorsi. Per le sigle non vi sono evidenze sull’aumento dei consumi, ancor più in questo particolare momento storico segnato dalle tensioni geopolitiche. Situazione che, a loro dire, sta incidendo fortemente sullo smisurato aumento dei prezzi e, conseguentemente, sul potere d’acquisto delle famiglie siciliane.
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