Il caso dell’impossibilità ad accedere ai fondi del Pnrr per la realizzazione dei Ccr a Palermo accende la miccia per l’ennesima bufera. Legambiente attacca il Comune di Palermo e la sua classe burocratica seduta dietro le scrivanie degli uffici. La questione è quella dei bandi del Pnrr per l’economia circolare, con i progetti dei Ccr non presentati e per di più con una raccolta differenziata al palo, una beffa da 30 milioni di euro.

Gli ambientalisti: “Non in grado di inviare i progetti”

“Oltre 5 mesi per preparare e presentare progetti già in parte definiti da tempo dagli uffici della Rap e ritrovarsi nell’ultimo giorno della scadenza dell’avviso, tra l’altro prorogato di altri 30 giorni, di fronte ad un problema tecnico insuperabile. Non è solo sciatteria, – dichiara Tommaso Castronovo, responsabile Rifiuti ed Economia Circolare di Legambiente Sicilia -, è incompetenza e dolo, l’ennesima beffa ai danni della città e dei palermitani. Da anni Palermo è al palo nella raccolta differenziata, ferma cronicamente sotto il 15%, con decine di milioni di euro che si sprecano ogni anno nel buttare i rifiuti, anche quelli potenzialmente differenziabili, nella discarica di Bellolampo, se non in altre discariche con costi salatissimi per i cittadini palermitani –  e, quando si presenta l’opportunità di farsi finanziare dei progetti per il miglioramento del sistema di raccolta differenziata, non si è neanche in grado di inviare i progetti elaborati. Non abbiamo più parole”.

La ricostruzione dei fatti di Legambiente

Nell’avviso del settembre scorso del Mite, il ministero della Transizione ecologica, con scadenza al 14 febbraio, e prorogato al 16 marzo, erano stati messi a disposizione delle Srr e dei Comuni oltre 1,5 miliardi di euro per la realizzazione dei nuovi impianti per il riciclo e 600 milioni per il miglioramento del sistema di raccolta differenziata, di cui il 60 % destinato alle regioni del Sud. Il Comune di Palermo aveva avocato a sé, chiedendo e ricevendo delega dalla Srr Palermo Area Metropolitana, il compito di elaborare i progetti e presentare le proposte tramite i propri uffici e quelli della Rap. Il Comune ha rispolverato, tramite i funzionari della Rap, i vecchi progetti di altri 10 Centri comunali di raccolta, già previsti nel piano industriale, con l’obiettivo di completare la rete di questo tipo di strutture in città.

L’impianto di biodigestione

Inoltre, nella misura dedicata al finanziamento agli interventi per la realizzazione di impianti destinati al riciclo è stato previsto l’impianto di biodigestione aneorobica, il cui progetto era già stato definito dalla ditta Asja, e un impianto per la selezione e la valorizzazione della frazione del rifiuto secco differenziato. Il Comune di Palermo aveva il compito di presentare le proposte tramite invio nella piattaforma dedicata del Mite i progetti dei Ccr e quello dell’impianto di valorizzazione della frazione secca della raccolta differenziata, per un valore di 30 milioni di euro, entro il 16 marzo 2022. Ma proprio i progetti relativi ai Ccr e all’impianto di valorizzazione della frazione secca non sono stati trasmessi dai funzionari del Comune. “Un’altra occasione sprecata dal Comune – conclude Castronovo – per liberarci dai rifiuti e avviarci verso l’economia circolare”.

 

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