Si è concluso con una condanna a 4 anni di reclusione e 6.000 euro di multa, inflitta con rito abbreviato, il processo nei confronti di G.O., 23 anni, accusato di porto e detenzione dell’arma che avrebbe ucciso Lino Celesia la notte del 21 dicembre scorso. L’omicidio è avvenuto al culmine di una violenta sparatoria scoppiata all’interno della discoteca Notr3 in via Pasquale Calvi a Palermo.
La sentenza e le accuse
Come riportato dal Giornale di Sicilia, la condanna, inflitta dal giudice Elisabetta Stampacchia è di due anni inferiore rispetto ai sei chiesti dal pm Vittorio Coppola. G., difeso dall’avvocato Vanila Amoroso, è il fratello maggiore di M., 18 anni, che invece dovrà rispondere dell’omicidio di Celesia, ex calciatore 22enne del quartiere Cep. Secondo l’accusa, G. avrebbe fornito la pistola al fratello, che poi l’avrebbe utilizzata per uccidere il palermitano con due colpi al collo e ai polmoni durante la rissa scoppiata nel locale.
Mistero sull’arma del delitto
L’arma non è mai stata ritrovata, gettata probabilmente in mare dal ragazzo subito dopo il delitto, ma per la difesa si trattava di una pistola giocattolo, incapace di sparare proiettili veri. Tesi rigettata dai giudici, secondo cui vi era un’unica arma, quella con cui M. ha poi sparato, causando la morte del 22enne. Il fratello maggiore, pescivendolo con un figlio piccolo, aveva invece dichiarato di aver acquistato una scacciacani su Telegram, per poi buttarla in un cassonetto vicino alla discoteca.
Le accuse contro al fratello minore
Per il pm Caltabellotta, M., che sarà processato dal tribunale dei minori il 23 luglio, deve rispondere direttamente di omicidio. Sarebbe lui infatti, secondo un audio estrapolato da un video, ad aver esploso i due colpi letali, nonostante i tentativi di altri presenti di fermarlo. La morte di Celesia sarebbe stata il tragico epilogo di ripetuti scontri tra le due comitive di giovani, che si sarebbero affrontate più volte nelle settimane precedenti nelle zone della movida palermitana. M. ha giustificato il suo gesto come legittima difesa, temendo per la propria vita dopo che la vittima avrebbe picchiato il fratello facendolo svenire.
Perchè Celesia è stato ucciso?
Il 18enne, cresciuto senza un padre e con un’infanzia difficile alle spalle, ha dichiarato di aver reagito d’istinto e di non aver voluto uccidere Celesia. Avrebbe sparato per paura che l’ex calciatore, molto più grande e grosso di lui, potesse aggredire anche lui dopo aver malmenato G. L’accusa proverà a smontare questa ricostruzione durante il processo, portando testimonianze, intercettazioni telefoniche e tabulati che dimostrerebbero una vera e propria faida in atto tra i due gruppi di giovani, almeno dal giorno in cui Celesia avrebbe colpito al volto G. con una bottiglia alla Vucciria, dieci giorni prima dell’omicidio.
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