Cita più volte don Pino Puglisi e attacca il governo sulla gestione degli sbarchi dei migranti l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. L’alto prelato lo fa in una lettera riportata dal quotidiano “La Repubblica” e spazia a 360 gradi attorno alla spinosa questione. Utilizza anche toni forti, fa quadrato attorno alla navi Ong. Per Lorefice si sarebbe creata appositamente una “finta emergenza migranti” e ricorda le gesta di don Pino Puglisi. Se ci fosse stato lui, sostiene, avrebbe presenziato sul molo di Lampedusa per far sentire la sua misericordia e sostegno ai “disperati”.

“Se ci fosse don Pino”

Lorefice ha esordito nell’intervista dicendo quel che, secondo lui, avrebbe fatto don Pino Puglisi in questo momento storico. “Certamente lui reagirebbe di fronte al disorientamento e alla frustrazione di migliaia di fratelli sopravvissuti al viaggio e alle violenze, ma per essere poi lasciati senza cibo né acqua. o ancora addirittura respinti con cariche e manganellate per ordine di coloro che hanno deciso di creare la finta emergenza. Don pino non resterebbe in silenzio”. Prende posizione anche sulle Ong che secondo lui sarebbero falsamente accusate di essere la “spinta del fenomeno dello sbarco dei migranti”.

Un “cuore umano”

“L’unica via è quella dell’incontro – ha anche detto sui social monsignor Lorefice -. Dobbiamo custodire un cuore umano. Nel volto di ogni uomo, gli uomini si devono rincontrare con la consapevolezza che ci viene anche dalla nostra visione biblica. L’uomo è immagine di Dio e come tale porta in sé l’unico richiamo ad essere rispettato e accolto. A maggior ragione se questo volto è sfigurato dalla sofferenza e dall’oppressione”.

Il ricordo di don Puglisi

Sempre attraverso i social l’arcivescovo ha ricordato le manifestazioni di questi giorni per il trentennale dell’omicidio di don Puglisi per mano mafiosa. La domanda più ricorrente che gli è stata posta è quella dell’assenza dei residenti di Brancaccio alle varie manifestazioni, il quartiere che all’epoca “governava” don Pino. “Io vi dico – ha evidenziato Lorefice – che padre Pino Puglisi è presente attraverso noi. Noi dobbiamo porre i segni, proprio come diceva don Pino. Palermo, con il sangue versato dai martiri della giustizia e della fede, ha avuto modo di acquisire una coscienza civile, ma rientriamo anche nel quotidiano e nel feriale. Dobbiamo aprire un varco nel cuore”.

Articoli correlati