Oltre quattrocentomila tamponi da inizio pandemia, precisamente 402 mila 836 tamponi, dati aggiornati ad oggi a cui si aggiungono 407mila in via di comunicazione. I positivi rispetto ai tamponi effettuati sono l’1,32%. Il 12 % di contagi arriva fuori dalla Sicilia, l’8% cento sono migranti.  Questi sono alcuni dati emersi durante la conferenza stampa, a Palazzo d’Orleans,  dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza in cui si è fatto il punto sulla situazione della pandemia da Covid 19 in Sicilia.

Un incontro che avviene in un momento, delicato,  in cui la Sicilia fa i conti sopratutto la provincia di Palermo con un incremento dei casi ed un inevitabile maggiore pressione sugli ospedali.

“La Sicilia ha fatto meno tamponi perché ha meno casi – spiega Razza – ad oggi sono 170.800 i test sierologici effettuati invece sono quasi 600mila i casi testati nel complesso fra tamponi e screening, 450 migranti positivi da inizio emergenza. Ad oggi 340 attuali positivi sono migranti”.

Razza fa il punto in un momento importante quale è quello della riapertura delle scuole ed annuncia un’intensificazione del tracciamento e dello screening: “Abbiamo comprato due milioni di tamponi, il primo milioni di test sarà disponibile da giovedì con lo scopo di intervenire con tempestività sulle esigenze scolastiche che potranno presentarsi. Si tratta di tamponi rapidi che danno esito in pochi minuti. Si prevede uso anche per screening in specifici territori”.

Da qui l’assessore ritorna a parlare della gestione Covid a livello ospedaliero, proprio con una crescita dei casi, si è tornato a parlare sopratutto nel Palermitano, di ospedali ‘in affanno’. Razza riferisce di “un picco ospedalizzazione” raggiunto il sei aprile con 637 ricoverati di cui 74 in intensiva e rassicura: “Il sistema e la disponibilità di posti è la stessa e possono essere attivati questi e altri posti a secondo delle esigenze. In una dimensione più ampia  c’è disponibilità di 2500 posti letto per la degenza ordinaria per Covid a cui far ricorso solo se necessario per non bloccare le altre attività sanitarie. In questa fase non è certamente necessario. Attualmente i posti disponibili sono cinquecento di cui cento in terapia intensiva”.

Articoli correlati