- Covid19 e vaccini, sia data priorità ai soggetti fragili malati di cancro
- E’ l’appello alle istituzioni del Centro Amazzone di Palermo
- Inviata una lettera
Dal Centro Amazzone di Palermo parte un appello alle istituzioni perché si dia priorità nel piano di vaccinazioni anti Covid ai soggetti fragili per patologie tra cui quella oncologica.
La lettera a Musumeci, Razza e Orlando
Una lettera, firmata da Lina Prosa e Anna Barbera, fondatrici e direttrici del Centro che da quasi 30 anni segue le donne malate di cancro al seno con un approccio culturale e sociale e non solo sanitario, è stata inviata oggi al presidente della Regione Nello Musumeci, all’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e al sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
La fragilità dei pazienti oncologici
“Oggi che la speranza di uscita dal tunnel è riposta nel vaccino, abbiamo recepito l’ansia e il malcontento dei tanti soggetti oncologici, che seppure previsti in un piano di vaccinazione successivo a quello degli ultraottantenni, si sono visti arretrare in un limbo di lista su cui non si hanno più informazioni corrette e precise. I pazienti ed ex pazienti sono stati dimenticati e surclassati da categorie professionali, che non elenchiamo, perché non vorremmo fare della opportunità vaccinale una corsa al privilegio”, dicono Prosa e Barbera.
La richiesta del Centro Amazzone impegnato nella lotta contro il cancro
Il Centro Amazzone chiede, anche al governo centrale, di fare chiarezza sugli iter previsti ed è disponibile a offrire la sua collaborazione mettendo in atto azioni utili per il superamento della attuale crisi sanitaria e umanitaria. “Fra le tante donne del Centro Amazzone – dice Rosaria Pandolfo, 80 anni, che da anni segue le attività del Centro diretto da Prosa e Barbera – io sono quasi una privilegiata, perché vista la mia età ho ricevuto la prima dose del vaccino e quasi mi sono sentita colpevole di approfittare della mia età, visto che ho surclassato persone che benché più giovani di me hanno malattie, hanno il tumore. Mi sono sentita di avere rubato il posto di una di loro. E’ giusto che abbiano priorità”. Rosanna Romano che fino a ieri si è sottoposta a un ciclo di chemioterapia ancora non sa quando verrà il suo turno. Anche lei è fra le donne coinvolte nelle attività del Centro. “Quello che è terribile è che non si sa nulla – dice Romano – Ho cercato informazioni, ho chiesto al mio medico di base, ho cercato su Internet, ma tutti danno risposte vaghe e generiche. Non sono in nessuna lista, non c’è un programma. Questo è davvero avvilente per chi come me ha una malattia da affrontare ogni giorno”.
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