In questi giorni in cui il dibattito sulle riaperture ha visto più protagonisti barbieri, parrucchieri, musei grandi esclusi sono rimasti i mercatini rionali. O meglio secondo quanto illustra il presidente di Confimprese Palermo Giovanni Felice sui mercatini rionali di Palermo non c’è stato una direttiva unica ed omogenea. A lanciare l’allarme è Confimprese.

L’associazione ritorna di nuovo sul tema con una lettera aperta al sindaco di Palermo.
“Lei non perde occasione di dire che il Suo partito è Palermo, qualora non l’avesse ancora compreso, Le comunico che il mio partito si chiama Ambulanti e che non intendo svendere e tantomeno tradire, la fiducia che tanti padri di famiglia hanno riposto, forse oltre i miei meriti, in me – scrive Giovanni Felice, presidente  di Confimprese Palermo -.
Con riferimento alla riapertura dei mercatini rionali, sono stato coinvolto in un tavolo tecnico, in un momento nella quale eravamo senza riferimenti normativi, per preparare una ordinanza di riapertura. Dopo un lungo lavoro, con una videoconferenza alla quale la S.V. ha partecipato, avevamo convenuto che i mercati praticamente riaprissero tutti. C’era il problema del mercato di “Falsomiele” che secondo gli uffici non esisteva, il problema del mercatino di Brancaccio visto che la sede legittima era diversa da quella in cui i mercatino si svolgeva realmente, e quella dei mercatini “Don Orione” e “Montepellegrino” che avevamo risolto con il loro trasferimento temporaneo dentro i locali della Fiera del Mediterraneo. Il problema di Brancaccio era stato definito effettuando il trasferimento del mercatino nella sede legittima. Per accelerare la procedura, la S.V mi ha chiesto una nota che riepilogasse i contenuti della riunione, ed in quella fase avevo accettato anche delle penalizzazioni per la categoria rispetto al risultato più grande che vedeva l’apertura, praticamente, di tutti i mercati. Invece in una conferenza stampa Lei ha presentato un piano che stravolgeva quasi tutto quello che ci eravamo detti. Credo che questo comportamento non sia stato proprio trasparente nel metodo e nei contenuti. Onestamente mi aspettavo di più da una amministrazione che ha permesso il consolidarsi nei mercatini di un costume che ce li consegna oggi in una situazione lontana parente di quella che è stata autorizzata, abbandonandoli al loro destino, e certamente il non definire in 24 anni una procedura di assegnazione dei posteggi non può diventare colpa degli assegnatari, mi aspettavo di più da una amministrazione che “festeggia” i 60 Anni di attività di un mercato da sempre abusivo, o che “legalizza” una parte della città dove, oltre a decine di persone oneste, si sa che è centro di smercio di prodotti di dubbia provenienza’. Ho cercato di capire quale potesse essere stato il criterio adottato, simulando anche le situazioni e non ho trovato alcuna possibile spiegazione al perché il mercatino dello ZEN e di Borgo Nuovo si e quello del CEP no, perché Viale Francia si e Viale Campania e Via Galilei no. È molto più di una sensazione quella secondo la quale si sta utilizzando la tragedia del covid 19 per chiudere conti vecchi e per dare risposte clientelari a chi i mercatini li ha sempre osteggiato. ConoscendoLa so che Lei andrà dritto per la sua strada, passeggiando sui cadaveri, spero solo commerciali, di centinaia di padri di famiglia, ma Le devo chiedere una cortesia, non ricorra alla teoria che dietro le possibili/sicure manifestazioni di protesta di centinaia di padri di famiglia ci sia la mafia, perché io non sono Matteo Messina Denaro e perché, in una città dove non c’è un centimetro quadrato di territorio, un settore economico o istituzionale compreso il Comune di Palermo che Ella presiede, dove non ci siano state indagini di possibili collusioni mafiose, chissà per quale miracolo, visto il colpevole abbandono in cui sono stati lasciati, risulta indenne da questi fenomeni. Inutile ricordarle, come già espressoLe in una precedente nota, che da domani gli ambulanti saranno presenti nei loro posteggi nella configurazione pre covid, io sarò con loro, con il mio partito, forse da domani si renderà conto che il Suo partito non è più tutta Palermo, ma solo una parte elitaria e garantita nei suoi privilegi, mentre chi per strada cerca di vivere non risulta più tra gli iscritti al Suo partito, io, anche rischiando in prima persona, cercherò di difendere il mio partito che è quello degli ambulanti”.

Una vertenza quella degli operatori dei mercatini che era già stata oggetto di una lettera di Confimprese indirizzata a Presidente della Regione e ai vertici di Anci Sicilia.

“Nella missiva inviata al Presidente della Regione ed al Presidente di Anci Sicilia –  scriveva Giovanni Felice – abbiamo chiesto di intervenire presso i Comuni per fare aprire, come previsto dai Decreti del Presidente del Consiglio, la parte dei mercatini che riguarda il settore Alimentare ed inoltre creare le condizioni affinché, all’apertura delle attività commerciali in sede fissa, anche i mercati ambulanti possano ripartire”.

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