Proclamato lo stato di agitazione tra i dipendenti e i dirigenti della Regione siciliana e di tutti gli enti e le società partecipate che applicano il contratto regionale. I sindacati Cobas-Codir, Sadirs, Siad e Ugl protestano contro i ritardi del governo sul rinnovo dei contratti di lavoro, contro la mancata nomina dei vertici dell’Aran Sicilia, l’agenzia per la contrattazione e contro le leggi ad personam e incostituzionali approvate nella Finanziaria.

“In assenza di segnali concreti da parte del governo regionale – annunciano gli autonomi – sarà indetta una prima manifestazione di protesta, propedeutiva a una mobilitazione totale del personale per il diritto al rinnovo dei contratti, alla riclassificazione e a un’amministrazione efficiente e al reale servizio dei cittadini”.

In una nota a firma di Marcello Minio e Dario Matranga del Cobas-Codir, Fulvio Pantano e Franco Madonia del Sadirs, Angelo Lo Curto e Vincenzo Bustinto del Siad ed Ernesto Lo Verso dell’Ugl-Fna, i sindacati prendono atto “con rammarico, dell’inaccettabile silenzio da parte del governo regionale relativamente alle importanti e delicate tematiche più volte sollecitate in tutte le sedi, per poi approvare, invece, durante i lavori d’aula della Legge di Stabilità, con procedure in violazione alle leggi costituzionali e senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali, norme ad personam per categorie circoscritte di lavoratori nonostante le materie sul personale siano materia delegificata dal 2003. Tale condotta crea le solite false aspettative perché queste norme verranno certamente impugnate davanti alla Corte Costituzionale proprio per la modalità in cui sono state approvate in aula e per la disparità di trattamento con tutto il resto del personale. Questo comportamento coincide inoltre con una totale mancanza di riscontro politico che appare, contrariamente all’inversione di tendenza che ci si aspettava rispetto al passato, come una pervicace apatia istituzionale che rischia di non fare comprendere le differenze con la politica dei precedenti governi”.

I sindacati sottolineano quindi “l’urgenza di affrontare le problematiche indifferibili di un necessario ammodernamento della macchina amministrativa e di una più moderna e razionale utilizzazione del personale regionale con la riclassificazione di tutto il personale, e non solo per una parte marginale di essi come sembrerebbe a questo punto intendimento del governo regionale. Ancora una volta assistiamo al ridestarsi dell’interesse, da parte della politica e dei componenti di questo Governo, a una sorta di nuovo assalto alla diligenza che sembra manifestare le proprie attenzioni, non solo sulle citate norme ad personam, ma anche verso ‘coup de théatre’ di crocettiana memoria, come improbabili progetti di centri direzionali o, nonostante l’amministrazione regionale non abbia adottato il piano triennale dei fabbisogni, verso immissioni o stabilizzazioni selvagge di personale senza che, ancora una volta, si possano dare prospettive di carriera alle tante professionalità già presenti in Regione e speranze ai tanti giovani siciliani costretti a emigrare per dare un senso alla propria vita lavorativa”.

(foto di repertorio)