Sono scesi in piazza stamani in piazza i lavoratori dell’indotto ex Fiat di Termini Imerese. I lavoratori si sono dati appuntamento in piazza Duomo nella sede storica del comune di Termini Imerese.
I dipendenti della Manital SSA servizi e della Bienne sud protestano perché, pur facendo parte dell’area di crisi complessa di Termini, sono fuori dagli ammortizzatori sociali.
“L’ammortizzatore sociale è la sopravvivenza per loro e le loro famiglie – ha detto Roberto Mastrosimone della Fiom – . Ci sono una parte di lavoratori dentro questa tutela e c’è una parte che sono invece fuori dall’ammortizzatore sociale. Questa è una ingiustizia e per questa ragione noi siamo qui stamattina. Ci sono lavoratori della Manital, della Ssa, tra l’altro lavoratori che lavoravano dentro lo stabilimento Fiat con noi, accanto a noi, poi ci sono i lavoratori della Bn Sud che a breve rimangono senza ammortizzatore sociale”.
“E’ inaccettabile che è stata costituita l’area di crisi complessa per tutelare i lavoratori ed adesso ci ritroviamo una parte di lavoratori che non è tutelata. Poi c’è la questione della qualità dell’ammortizzatore sociale, perché immaginare che si possano tutelare i lavoratori con 400 euro al mese è inaccettabile – continua Mastrosimone -.
Per queste ragioni siamo oggi qui a dire alla Regione Siciliana che si è impegnata nel 2014 a sostenere i lavoratori dell’indotto, che finalmente sblocchi gli ammortizzatori per loro ma soprattutto che li metta nelle condizioni di farli sopravvivere, con una indennità che possa essere corretta e dare loro, in attesa della reindustrializzazione, una prospettiva di sopravvivenza”.
Mastrosimone ha anche parlato della vicenda Blutec: “I lavoratori sono in cassa integrazione fino al 17 ottobre del 2020, sono in attesa che i commissari trovino delle soluzioni industriali, noi chiediamo al governo regionale e nazionale che si impegnino finalmente – ha aggiunto -. Questo è il nono anno che i lavoratori sono dentro a un incubo, tutti si sono impegnati a trovare una soluzione. E’ inaccettabile che ancora oggi si parli di tutela degli ammortizzatori sociali ma soprattutto è inaccettabile che si parli ancora di come fare tornare a lavorare questi lavoratori che attendono da troppi anni”.
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