“Le ex Province siciliane sono nuovamente in bilico: nella Finanziaria in discussione all’Ars, infatti, non c’è traccia dei 70 milioni di euro previsti annualmente già dal 2016 e che sono necessari per evitare il fallimento di Città Metropolitane e Liberi Consorzi. Ci sono a rischio non solo quasi 5 mila lavoratori, ma anche servizi essenziali per i cittadini come manutenzione di strade e scuole”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Santino Paladino
del Csa-Cisal.

“Chiediamo un incontro urgente al presidente Nello Musumeci, agli assessori Gaetano Armao e Bernardette Grasso e al presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona – continuano Badagliacca e Paladino – per chiedere che la Regione, così come ha già fatto lo Stato con 80 milioni, mantenga gli impegni presi e scongiuri quello che sarebbe un disastro con ripercussioni pesanti sui lavoratori, precari compresi, e sui siciliani”.

Preoccupazione viene dai sindaci “Raccogliendo l’allarme che viene con forza dai sindaci dei diversi territori della Sicilia, manifestiamo forte preoccupazione per i rischi legati a possibili scelte operate sulla Finanziaria e sul Bilancio regionale in merito alle risorse da destinare agli Enti locali” dice Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.

“E’ necessario che i trasferimenti destinati ai Comuni, oggetto nel corso degli anni di significativi tagli, non siano – continua il presidente Orlando – ulteriormente ridotti nell’attuale difficile fase. È indispensabile che tali risorse siano individuate tra fondi regionali non soggetti a vincoli relativi a futuri accordi e non derivanti da risorse europee di dubbia utilizzazione. Evidenziamo le medesime perplessità sull’utilizzo dei fondi europei anche in riferimento agli altri interventi previsti”.

Alle esigenze del personale sanitario pensa invece il sindacato autonomo “Il sistema sanitario siciliano, nel suo complesso, sta affrontando sforzi enormi per sostenere la lotta contro la pandemia ed è impensabile che nella Finanziaria in discussione all’Ars non siano previste somme adeguate per sostenere lavoratrici e lavoratori. Chiediamo alle forze politiche una precisa assunzione di responsabilità: bisogna trovare subito somme adeguate per tutelare la
salute dei siciliani attraverso il sostegno al sistema sanitario in tutte le sue forme. Per questo servono stanziamenti specifici anche per la Seus 118 ma anche per quelle partecipate, come la Sas, che prestano servizio presso le Asp della nostra Isola” sostiene Giuseppe Badagliacca del Csa-Cisal, in merito alla Finanziaria in discussione all’Assemblea regionale siciliana.

“E’ una Finanziaria d’emergenza ma che per noi deve essere un momento di rilancio economico. Bisogna assumere un impegno nei confronti del mondo imprenditoriale liquidando le fatture entro quindici giorni” ha chiesto nel vertice di maggioranza Saverio Romano invitando il presidente Musumeci a farne una battaglia di vero ammodernamento della burocrazia, snellendola e velocizzandone l’azione.

“Occorre – gli fa eco Carmelo Pullara, presidente del gruppo parlamentare Popolari e Autonomisti Idea Sicilia all’Assemblea regionale siciliana – puntare su una industrializzazione leggera con il rilancio del settore tessile per essere autosufficienti nella produzione di DPI e di fondi per le imprese che si sono o vorranno convertirsi per produrre dispositivi. Questi sono i nostri capisaldi di questa legge finanziaria che, insieme alla valorizzazione delle start up made in Sicily per la messa in produzione dei loro brevetti innovativi, possono dare un nuovo volto all’economia locale. Non si può, poi, non dare piena attuazione alla premialità per gli operatori sanitari delle aziende sanitarie e del 118 che in questi mesi hanno assunto la veste di “Eroi” per essersi spesso immolati per fronteggiare la pandemia Covid-19, ed allora reputiamo irrinunciabile questa misura che tra l’altro è stata adottata da quasi tutte le regioni italiane. Stessa discorso vale per i fondi per i consorzi di agricoltori per la realizzazione delle condotte irrigue, perché l’approvvigionamento idrico non sia più un lusso o un miraggio, per finire con l’impiego dei 100 milioni previsti per gli immobili regionali che devono essere destinati alle scuole per un piano straordinario di ammodernamento e perché vi siano sanificatori d’ambiente in ogni classe”.

“Punti chiave, quelli elencati, per una ripartenza che metta in sicurezza anche eventuali ritorni pandemici e che ci trovi preparati ma soprattutto autonomi. La Sicilia necessita, infatti, proprio di un “Piano shock” che da un lato assicuri i pagamenti e dall’altro il riconoscimento degli investimenti”, conclude Pullara.

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