“Un altro passo in avanti con l’apertura il 18 maggio, anche, di tutte le attività collaterali”. La richiesta al Presidente della Regione siciliana arriva dal Coordinamento dei Circoli sportivi di grande estensione della città di Palermo.

In una lettera inviata ieri al Governatore, Circolo del Tennis Palermo, Club Canottieri Roggero di Lauria, Country Time Club, TeLiMar e Tennis Club Palermo 2, ringraziano Nello Musumeci per avere consentito la ripresa della pratica sportiva, ma, allo stesso tempo, chiedono che si vada oltre, e cioè si possano riprendere tutte le attività – come camminate open air, piscina, palestra, solarium, ristorante, bar, merchandising o massaggi – “sempre nel rigoroso rispetto dei protocolli” di sicurezza.

“La completa riapertura dei Circoli – scrive il Coordinamento – consentirebbe di dare fiato alla nostra asfittica economia, perché garantirebbe lavoro a circa 250 persone. Siamo in grado di assicurare lo svolgimento di tutte le nostre attività in modo ordinato, controllato e nel rispetto dei presenti e futuri protocolli sanitari”.

Per prevenire un ritorno alla fase 1 a causa di comportamenti non rigorosi ai quali abbiamo assistito nello scorso fine settimana, i Circoli hanno anche manifestato al Presidente della Regione la disponibilità a mettere a disposizione propri operatori “per il controllo di spiagge, arenili e moli limitrofi alle zone di competenza, purché sollevati da responsabilità civile e penale”.

Già lo scorso 4 maggio i circoli avevano inviato al Governatore siciliana un documento costruito su punti  per una ripartenza nel segno della sicurezza: dall’accesso contingentato al circolo alla distribuzione delle mascherine, dal controllo costante del distanziamento sociale alla sanificazione continua dei locali, dall’uso contingentato degli spogliatoi fino al posizionamento dei lettini ed all’accesso in acqua, anch’esso contingentato, fino all’utilizzo del ristorante solo per i nuclei familiari conviventi ed al servizio bibite attraverso distributori automatici, è tutto spiegato nel documento realizzato dai circoli che avevano sottolineato come “tennis, canottaggio, canoa, attività natatorie, vela e triathlon, siano attività che si svolgono all’aperto e ad una distanza ben più ampia del metro canonico. Pertanto, è incomprensibile il motivo per il quale debbano restare ancora chiuse”.