“L’arcivescovo di Monreale sta mettendo in pratica quanto ha detto il Santo Padre. Chi è mafioso non può accostarsi ai sacramenti. Già nel 2014 il cardinale Paolo Romeo vietò la cresima in Cattedrale dove ci sono le spoglie di don Pino Puglisi al figlio di un mafioso”.
Lo dice Padre Sergio Mattaliano direttore della Caritas di Palermo commentando il decreto dell’Arcivescovo di Monreale Michele Pennisi che vieta di fare il padrino di battesimo o cresima ad un mafioso.
“Le persone che sono mafiose sono fuori dalla chiesa. Ricordo che ci sono altre disposizioni già vigenti, ad esempio il funerale negato al mafioso nel quartiere di appartenenza”, aggiunge.
Per padre Antonio Garau parroco della chiesa di San Paolo Apostolo Borgo Nuovo “un mafioso se è dichiaratamente mafioso è scomunicato dalla Chiesa non può accostarsi ai sacramenti. Né può essere padrino o di cresima. Questo è già sancito dal Santo Padre. Non credo che ci sia bisogno di un decreto visto che è già c’è la scomunica per chi è mafioso.
Se il prete conosce la persona e sa perfettamente chi è non può consentire di fare il padrino di battesimo o cresima. Dirò di più se un mafioso si accosta al sacramento, questo è nullo. Non ha nessuno effetto. E’ come se uno si sposasse in chiesa senza credere.
Il matrimonio è nullo. Papa Ratzinger quando era ancora cardinale disse che secondo lui l’80 per cento dei matrimoni cattolici sono tutti nulli perché non c’è la comprensione dei sacramento del matrimonio. La scomunica è già nel dna della Chiesa, il mafioso non può vivere la vita sacramentale perché è un contro senso perché la sua cultura è una vita di violenza e non di perdono”.
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