La paziente di 82 anni che festeggia il compleanno con gli operatori sanitari dell’ospedale dove è ricoverata per Covid, sola, una solitudine che non ha vissuto “nemmeno nel periodo della guerra” quando aveva comunque vicina a sé la famiglia; l’ansia degli operatori sanitari in prima linea durante la pandemia soprattutto all’inizio, quando ancora il nemico invisibile era ignoto e cominciavano ad aumentare i contagi anche fra medici e infermieri; la disperazione di coloro che non riuscivano nemmeno a fare la spesa e la mano di solidarietà tesa in loro aiuto: la solitudine degli immigrati di Palermo e Trapani senza un lavoro e senza famiglia e di chi, lavoratore in nero, non ha più avuto una fonte di reddito.
C’è questo e tanto altro nel video realizzato dalla Cisl Palermo Trapani, ideato dal suo Coordinamento Donne, dal titolo “Nel cuore dell’emergenza. Le donne della Cisl Palermo Trapani si raccontano”, che è stato presentato in diretta sui social del sindacato, (facebook: Cisl Palermo Trapani, twitter: @cislpatp e sito: www.cislpalermotrapani.it) e realizzato dal sindacato.
Tante le storie con al centro l’impegno delle donne del sindacato della Cisl Palermo Trapani, che compongono il quadro di vita diventata ordinaria nello straordinario e che ha contraddistinto i difficili tre mesi del lockdown.
Cinquanta minuti in cui si raccontano sedici lavoratrici delle federazioni, enti e associazioni del sindacato dei territori di Palermo e di Trapani, rivivendo quei giorni intensi e duri, le difficoltà, le paure, il loro impegno che non si è mai fermato, le loro sensazioni da donne, madri, lavoratrici, sindacaliste.
Le parole per definire il periodo, le emozioni vissute, le storie che hanno colpito di più, l’impegno messo in campo. Fra i momenti ripercorsi, la sorpresa e lo spaesamento dei bambini di una scuola d’infanzia che si sono ritrovati a parlare con l’insegnante solo attraverso lo schermo di un pc e a perdere anche il fondamentale contatto con i compagni.
L’angoscia provata dagli studenti Erasmus siciliani bloccati fuori dall’Italia in pieno lockdown per l’impossibilità a fare ritorno a casa; la tristezza di tanti anziani soli e quella di chi ha dovuto chiudere un’attività commerciale con la paura di non riaprirla mai più.
Tante le figure professionali rappresentate e tutte in prima linea durante l’emergenza: un’infermiera di un pronto soccorso, una operatrice del settore Igiene Ambientale, una dipendente di un supermercato, una insegnante di scuola dell’infanzia, una giovane dipendente del settore elettrico, una del settore edile, una pensionata, la bancaria, una impiegata dell’università e di un’azienda metalmeccanica.
E poi le operatrici del Caf Palermo, del Patronato Inas Cisl Palermo, dell’Anolf Trapani e la presidente Anolf Palermo, una responsabile zonale Cisl e una dipendente della sede Cisl Trapani e responsabile Sicet. Le parole usate per definire il periodo fra ansia, tristezza, solitudine, paura, guerra contro un nemico invisibile, ma anche speranza; le emozioni vissute, le storie che hanno colpito di più e il messaggio a tutte le donne, scandiscono i cinquanta minuti.
Dai racconti emerge lo spaccato di povertà diffusa nei due territori acuita dalla pandemia, di impegno costante del sindacato a fianco di chi aveva più bisogno, di forza e la volontà mostrate dalle donne che hanno gestito i tanti impegni senza tra casa e lavoro.
Storie di solitudine di chi si è ritrovato da solo chiuso in casa e quella dei malati di ricoverati negli ospedali, oltre che di paure sul futuro. Ma anche di speranza, di determinazione e di coraggio. “Nel cuore dell’emergenza è un progetto al quale teniamo molto – spiegano Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani e Delia Altavilla Responsabile Coordinamento Donne Cisl Palermo Trapani –, perché racconta un periodo fuori dal comune, strano, intenso, spaventoso, visto con gli occhi e il cuore di chi lo ha vissuto da lavoratrice che non si è fermata mai, da sindacalista, e alcune anche da madri e nonne. Emerge la tensione sociale ed economica dei territori di Palermo e Trapani, la disperazione di chi, lavoratore in nero in quel periodo vedeva solo nei buoni pasto distribuiti dai comuni una possibilità di sostegno economico per le proprie famiglie, di chi, immigrato a Trapani, non ha visto, per l’impossibilità di partire durante la chiusura totale, la nascita della figlia in Africa e nemmeno la morte, avvenuta poco dopo per una malattia sopraggiunta. E in tutte queste storie emerge la capacità di non arrendersi, di fare forza e sostenere gli altri, di andare avanti anche nelle mille difficoltà e nel perenne rischio del contagio, espressi delle lavoratrici della Cisl Palermo Trapani, che rappresentano il valore aggiunto in quell’impegno costante messo in campo dal sindacato nei tre mesi più bui per il nostro Paese. Raccontiamo queste storie per lasciare traccia di tutto quello che abbiamo vissuto e affrontato con serietà e determinazione, ma anche affinché siano da monito per il momento che stiamo vivendo nel presente, in cui resta fondamentale la massima attenzione, perché il virus non ferma la sua avanzata”.
Alla presentazione sono intervenuti anche, il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, la segretaria organizzativa Cisl Palermo Trapani Giusi Sferruzza, la segretaria regionale con delega alle Politiche di genere Cisl Sicilia Rosanna Laplaca.
Ad aprire la segretaria nazionale Cisl Daniela Fumarola: “Una iniziativa importante – ha detto Fumarola -, che mette sotto i giusti riflettori gli sforzi di tante lavoratrici impegnate ogni giorno a conciliare vita e lavoro e a superare i tanti ostacoli esistenti in una società ancora appesantita da inaccettabili discriminazioni di genere, sia dentro che fuori i luoghi di lavoro. Sono loro a pagare il prezzo più alto della precarietà, del lavoro nero, dello sfruttamento, con conseguenze pesanti per tutta la collettività, anche in termini di natalità. Una condizione tanto più critica al Sud, dove le reti sociali sono più deboli, le infrastrutture fatiscenti, l’economia sommersa più marcata. C’è ancora un ‘soffitto di cristallo’ da rompere con un progetto che deve coinvolgere tutti: politica, istituzioni, parti sociali. La via passa per il consolidamento dei servizi all’infanzia e la valorizzazione del lavoro di cura, per leve fiscali che promuovano l’occupazione femminile, per il sostegno alla buona contrattazione e a relazioni industriali in grado di far progredire l’organizzazione del lavoro in senso flessibile e solidale”.
“La Cisl – ha aggiunto Fumarola – promuove da sempre questa battaglia, diventata davvero irrimandabile in tempi di Covid, ma finalmente possibile anche grazie a nuove e ingenti risorse europee. Dalla nostra abbiamo la forza di una rete umana composta da migliaia di delegati, delegate, militanti, sindacalisti, sindacaliste delle nostre Federazioni, dei Servizi, delle strutture confederali. Una infrastruttura della solidarietà che presidia territori, comunità sociali e lavorative, combattendo la buona battaglia di una società più giusta e di uno sviluppo più equo e sostenuto”.
“La Cisl – ha affermato il segretario generale Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio – c’è stata, non ha lasciato indietro nessuno, ha accompagnato chi aveva più bisogno in un periodo storico drammatico. Questa forza, questo impegno di un sindacato di prossimità, è quello che hanno espresso con le loro azioni quotidiane le donne della Cisl. A tutte le lavoratrici penalizzate da politiche di genere inadeguate, devono pensare le istituzioni a tutti i livelli, perché il lockdown ha messo in evidenza ancora di più la fragilità di un sistema sociale in cui a pagare il prezzo più alto sono proprio le donne”.
A concludere la responsabile coordinamento Donne Cisl nazionale Liliana Ocmin. “Le donne della Cisl Palermo Trapani – ha spiegato – hanno confermato tutto quello che, come Coordinamento Donne Cisl nazionale ribadiamo da anni: sono coloro che affiancano ed aiutano chi soffre di più, che curano ancora spesso da sole i tanti impegni familiari, che sono forti e determinate anche in una situazione ad alto rischio contagio come quella che abbiamo vissuto ma che ancora oggi stiamo vivendo. Quanto accaduto ha messo in evidenza l’importanza di intervenire concretamente a riconoscere il proprio lavoro, con politiche di pari opportunità che siano davvero mirate al loro ingresso nel mercato del lavoro, ma soprattutto alle possibilità che non le veda costrette a rinunciare al lavoro per mancanza del welfare di prossimità rendendo talvolta impossibile la conciliazione dei tempi di vita con quelle del lavoro, politiche che guardino al superamento del divario salariale e che intervengano per una democrazia paritaria ma che lo facciano realizzando le necessarie infrastrutture sociali su tutto il territorio nazionale ma soprattutto al Sud dove sono assenti quasi nella totalità”.
Commenta con Facebook