Il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri ha firmato 9 ordinanze con le quali vengono delegate ai presidenti di Regione le funzioni di Commissario che dovrà gestire il piano di potenziamento del sistema sanitario per rafforzare la rete degli ospedali Covid.
Le regioni che hanno chiesto la delega sono Abruzzo, Campania, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Sicilia, e Valle d’Aosta oltre alle province autonome di Bolzano e Trento.
Per altre 3 regioni, che pure hanno chiesto la delega, Arcuri è in attesa delle rispettive pianificazioni operative e cronoprogrammi nonché del piano della governance. Le deleghe, come previsto dal Decreto Rilancio, hanno l’obiettivo di velocizzare i procedimenti amministrativi e, di conseguenza, i tempi per la realizzazione delle opere da parte delle amministrazioni locali.
Le regioni potranno infatti in maniera autonoma attivare tutte le attività funzionali a incrementare i posti di terapia intensiva e sub intensiva necessari.
Per tutte le altre regioni che non hanno chiesto la delega, Arcuri ha firmato le nomine dei soggetti attuatori individuandoli nei direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere che saranno oggetto di potenziamento. In questi casi saranno direttamente le Asl coinvolte a realizzare le attività necessarie, utilizzando le procedure di gara indette dal Commissario che governerà l’attuazione degli interventi.
Intantoieri in più dirette televisiveil governatore si è espresso sulla gestione dell’emergenza. “Abbiamo il dovere e il diritto a un rapporto di reciproca collaborazione col governo centrale. Devono convincersi a Roma che nessuno meglio dei presidenti di Regione conosce i propri territori, noi abbiamo il fiato delle persone sulla nuca. Dobbiamo esercitare un minimo di autonomia, noi ci mettiamo la faccia. Da Roma attendiamo un minimo di flessibilità”. Lo ha detto il presidente della regione Nello Musumeci nel corso di un intervento televisivo a Timeline su SkyTg24. Il Governatore ha affrontato diversi temi legati alla situazione dell’emergenza sanitaria in atto, dalla zone rosse, allo stato della curva epidemiologica, al numero dei tamponi eseguito.
In particolare Musumeci auspica di non dove dichiarare altre zone rosse in Sicilia nel corso dei prossimi giorni. Sono già 5 quelle istituite in Sicilia, 4 alla Missione di Biagio Conte e una a Villafrati. “Le zone rosse funzionano a livello territoriale – ha detto -. Abbiamo il dovere però che non diventino una regola diffusa anche perché determineremmo un danno economico agli imprenditori”.
Intanto Musumeci non crede che quella siciliana sia da definirsi una situazione di emergenza anche se critica la partecipazione delle forze dell’ordine “finora non particolarmente incisiva – queste le parole del Governatore – un po’ perché non hanno ricevuto precise disposizioni in questo senso, un po’ perché non hanno i numeri”.
Musumeci, nel corso di un’altra trasmissione televisiva, Omnibus su La7, ha anche auspicato che si possa trovare una linea di sintesi con il governo. “La linea più dura non la decide la politica – ha detto -, ma i numeri di questo maledetto virus. Nessuno può richiedere misure restrittive se non è il territorio a suggerire di farlo. Io ho istituito cinque zone rosse, non potevo non farlo: nessuno entra e nessuno esce. Serve un’azione severa, occorrono sanzioni pesanti che diventino davvero un deterrente. Purtroppo noto poco impegno da parte delle prefetture sul fronte sanzionatorio e della repressione”.
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