L’avvio dell’anno scolastico e le nuove regole a cui le scuole si dovranno attenere in termini di sicurezza preoccupano non poco i sindacati sia sul fronte strutture ed edifici che su quello dei docenti e dell’organizzazione didattica che dovrebbe derivare da queste norme.

“La scuola Falcone allo Zen è ancora in attesa della consegna e dell’installazione di due nuovi motorini dell’acqua, dopo il furto dei motorini avvenuto nel raid di un mese e mezzo fa. Quando la scuola ha subito il secondo atto vandalico, e per terra era tutto imbrattato di urina ed escrementi, non hanno potuto pulire i pavimenti per mancanza d’acqua. Se si sta un mese e mezzo per rimettere in sesto l’impianto idrico, quanto ci vorrà per recuperare 357 edifici inattivi e riadattarli entro l’inizio della scuola? La soluzione per ripartire a settembre non può essere questa né segare i banchi in due. Noi proponiamo soluzioni temporanee, interventi di edilizia leggera come tensostrutture, tendoni o container. Bisogna solo individuare gli spazi, anche nei cortili esterni delle stesse scuole, o in zone scelte dal Comune. E se occorrono maggiori investimenti, lo Stato ha il dovere di assegnarli”.
A dichiararlo è il segretario generale della Flc Cgil Palermo Fabio Cirino, che lancia il campanello d’allarme sui ritardi generali che gravano sull’inizio del prossimo anno scolastico.

“Siamo in ritardo su tutto, aspettiamo il provvedimento per l’aggiornamento delle graduatorie di istituto, quello sulle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. Poi ci saranno le immissione in ruolo. E speriamo non ci siano ritardi per le erogazioni dei sussidi di disoccupazioni ai precari. Ricordiamo, inoltre, che sono che sono in corso le domande per i concorsi nella scuola – aggiunge Cirino – Comprendiamo le difficoltà e la situazione d’emergenza ma quando leggo che la soluzione è segare i banchi in due o ridurre l’orario scolastico, anche da genitore resto allibito. Ci sono scuole a Palermo come il Piazza, con 2.400 alunni e 400 docenti: sono certo che, a maggior ragione per casi del genere, sarebbe meglio attrezzare ex novo degli spazi per la didattica, dove poter garantire il distanziamento tra gli studenti, piuttosto che pensare di recuperare in poco tempo un patrimonio edilizio in disuso. Gli interventi di ristrutturazione necessari vanno nel frattempo portati avanti ma non è questa la soluzione a brevissimo termine di cui abbiamo bisogno. Ci sono tante scuole che hanno spazi ampi dove si possono allestire strutture per fare lezione, che poi verranno smontate”.

“Il dovere – aggiunge Cirino – è intervenire con un piano di investimenti. Serve molto più dei due miliardi e mezzo annunciati. La ministra Azzolina ha parlato della cornice entro la quale agire: noi vogliamo vedere l’intero disegno colorato. Quindi bisogna aumentare l’investimento per le scuole, aumentare gli spazi da dedicare alla didattica in città, creando strutture temporanee, e potenziare gli organici del personale docente e Ata. Non si possono trovare soluzioni con pochi soldi. Inutile fare ricorso ad alchimie. Le istituzioni locali devono andare incontro alle scuole dotandole, anche con l’autonomia scolastica, degli investimenti necessari”.

Il piano per la ripartenza delle scuole si declina secondo le seguenti regole:

Riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento;
– Articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso;
– Frequenza scolastica in turni differenziati;
– Per le scuole secondarie di II grado attività didattica in presenza e digitale integrata;
– Aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari;
– Estensione del tempo scuola alla giornata di sabato.

Inoltre, ogni scuola potrà valutare se effettuare la refezione scolastica in due o più terni per evitare l’affollamento dei locali. E, se non fosse sufficiente, gli enti locali potrebbero pensare a soluzioni alternative come il consumo del pasto in monoporzioni in classe.

Il Piano Scuola, poi, prevede due scenari: a) i contagi restano sotto controllo; b) l’epidemia di coronavirus torna a livelli emergenziali. In quest’ultimo caso la bozza prevede l’avvio della didattica a distanza, invitando le scuole a formare il persone docente sull’uso delle nuove tecnologie.

Nel primo caso, invece, l’organizzazione scolastica viene coordinata in ciascuna Regione da appositi tavoli per rispondere “alle esigenze del contesto di riferimento”. In pratica, il Piano dà molta autonomia sia agli istituti scolastici che alle Regioni. Il Ministero, invece, si limita a dare solo delle raccomandazioni, tra l’altro non obbligatorie.

La sinergia tra enti locali e universo scolastico diventa indispensabile, soprattutto in Sicilia.

È quanto emerso dall’incontro telematico organizzato dall’Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani, a cui hanno partecipato numerosi sindaci dell’Isola, l’assessore all’Istruzione della Regione Siciliana, Roberto Lagalla, il direttore del dipartimento regionale alla Pubblica istruzione, Antonio Valenti e diversi dirigenti scolastici. Al centro dell’incontro il percorso di preparazione che gli istituti scolastici siciliani dovranno intraprendere per consentire un rientro tra i banchi in completa sicurezza: un percorso già iniziato con la ricognizione dei locali chiesta dall’assessorato ai Comuni.
“Sarà un lavoro complicato ma che vedrà, come sempre, i sindaci siciliani in prima linea con grande impegno – afferma il presidente dell’Asael, Matteo Cocchiara -. Amministratori locali e dirigenti scolastici dovranno avere uno stretto rapporto di collaborazione affinché la Sicilia possa farsi trovare pronta all’appuntamento di settembre. Siamo davanti a una grande scommessa – conclude Cocchiara -, sulla scuola ci giochiamo tutto”.

Tra gli strumenti a disposizione dei sindaci, e di cui si è parlato nel corso dell’incontro, anche la possibilità di effettuare dei piccoli interventi alle strutture con percorsi burocratici agevolati. L’incontro organizzato dall’Asael, che è stato apprezzato dall’assessore all’Istruzione, infine ha passato in rassegna anche le diverse criticità vissute dalla scuola siciliana e che sono state evidenziate dai dirigenti scolastici: “Il tema della sicurezza è di certo centrale nella fase della riapertura delle scuole- ha sostenuto Valentina Chinnici , consigliere comunale di Palermo e coordinatrice del Tavolo istituito dall’Asael sul rapporto ‘Scuola-Enti Locali’, e quindi occorre assicurare ai dirigenti scolastici quelle garanzie di cui necessitano”.