Dopo aver ricevuto la proclamazione ufficiale a Palazzo delle Aquile, Roberto Lagalla è entrato ufficialmente in carica da sindaco di Palermo. L’ex assessore regionale dovrà adesso decidere a chi affidare i ruoli di riferimento per la futura Giunta comunale. Tanti i nomi che girano nelle ultime ore, fra qualche certezza e possibili sorprese. Quel che è certo è che l’ex Rettore ha palesato la volontà di garantire un giusto mix fra gli assessori politici e quelli tecnici.

Le regole stabilite nell’ambito della coalizione

Riguardo la scelta dei futuri assessori, la coalizione che sostiene Roberto Lagalla ha ribadito i criteri con i quali saranno scelti i futuri assessori. Il primo criterio, posto dal neo sindaco, prevede che i profili scelti dagli esponenti del centrodestra debbano garantire un mix di competenza ed esperienza. Il secondo criterio, stavolta di coalizione, invece riguarda il peso dei partiti della compagine. Alla luce del risultato elettorale, ogni partito potrà esprimere un nome ogni 3,5% di consensi conquistati alle ultime amministrative. In questo modo, potrebbe fare festa Forza Italia, che porterebbe a casa ben tre assessori. Due andrebbero a Fratelli d’Italia e a Lavoriamo per Palermo (la lista che ospita i candidati di Davide Faraone), mentre uno a testa per DC Nuova, Lega, UdC e Noi con l’Italia ma in ballo c’è anche la possibilità di un posto per Alleanza per Palermo .

Le opzioni dell’UdC

In casa UdC, la compagine guidata a livello cittadino da Andrea Aiello si potrà esprimere una preferenza per la futura Giunta. Salgono, in questo senso, le quotazione di Elio Ficarra, consigliere comunale uscente. Da capire la delega di riferimento, che dipenderà dagli accordi instaurati tra le compagini della coalizione. Più debole invece la pista che porta all’ex assessore in era Cammarata Ippolito Russo. Per lui solo 346 preferenze nell’ultima tornata elettorale anche se, la sua esperienza da assessore nel campo del Decentramento, potrebbe giocare a suo favore.

Il dibattito interno a Forza Italia

Discorso diverso per Forza Italia che, in virtù degli accordi all’interno della coalizione, potrebbe esprimere addirittura tre assessori. Ciò ad un prezzo: la compagine azzurra dovrebbe rinunciare allo scranno da vicesindaco, ambito sia da Francesco Cascio che da Giulio Tantillo, il quale però potrebbe optare per il ruolo di capogruppo a Sala delle Lapidi. Riguardo ai nomi dei papabili, si fa strada l’ipotesi che la scelta ricada su due donne. La prima potrebbe essere Rosi Pennino. A lei il posto spetterebbe, secondo le regole interne di Forza Italia, proprio in quanto prima dei non eletti e come tale non andrebbe in carico a nessuna ‘corrente’ pur trattandosi di un nome più che gradito al coordinatore regionale Gianfranco Miccichè. Un profilo che rispecchierebbe anche i requisiti di competenza richiesti da Roberto Lagalla per la delega alle Attività Sociali, vista anche la lunga militanza nell’associazionismo di settore.

Per quanto riguarda gli altri due nomi, una casella verrà riempita dalla corrente facente capo ad Edy Tamajo. Si complica la strada che porta ad Ottavio Zacco, dato nelle ultime ore fra i favoriti per il posto da presidente del Consiglio Comunale. Si alzano invece le quotazioni di Leopoldo Piampiano (eletto con 1038 voti), già assessore alle Attività Produttive durante la scorsa consiliatura. Per quanto riguarda l’ultimo nome a disposizione della compagine azzurra, inizia ad avere buone chance il profilo di Stefania Munafò, nome gradito sia a Gianfranco Miccichè che all’ala facente capo a Giulio Tantillo in coppia col quale la Munafò ha corso. Si tratta della seconda dei non eletti oltre che della seconda donna che verrebbe indicata da Forza Italia. Peraltro un nome d’esperienza essendo stata già prima consigliere di circoscrizione, poi consigliere comunale e poi anche Vice capogruppo di Forza Italia. Ai Tamajo boys, poi, potrebbe andare anche l’indicazione del candidato alla presidenza del Consiglio comunale

Le scelte in Fratelli d’Italia

Due gli assessorati in quota Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni dovrebbe però conquistare un ruolo di punta all’interno della prossima Amministrazione, ovvero quello di vicesindaco. In pole position il nome di Carolina Varchi. La parlamentare nazionale, ex candidata a sindaco di Palermo, potrebbe fornire le conoscenze e l’esperienza richiesta dal primo cittadino. Anche se, in tal senso, bisognerà valutare i futuri impegni politici della stessa Varchi, che potrebbe scendere in campo nelle Regionali di autunno o nelle Nazionali del 2023.

Discorso simile a quello di Giuseppe Milazzo. L’europarlamentare viene dato come possibile candidato ad un assessorato, anche se un occhio è già indirizzato al futuro, così come nel caso di Francesco Scarpinato, il più votato della compagine di centrodestra. Possibile un inserimento in corsa anche di Stefano Santoro, ritiratosi poco prima della chiusura delle liste. L’avvocato può vantare una certa esperienza da ex assessore allo Sport, il che potrebbe fare comodo nella futura Giunta.

Gli equilibri sul fronte Lega

Valutazioni da fare anche in casa Prima l’Italia, nuovo soggetto politico fondato da Matteo Salvini in vista di questa stagione elettorale. Un risultato, quello della compagine del Carroccio, decisamente deludente rispetto alle aspettative. Gli alfieri del centrodestra hanno superato di poco il 5%, fatto che comunque ha consentito di far scattare tre seggi in Consiglio Comunale, presi rispettivamente da Alessandro Anello, Marianna Caronia e da Sabrina Figuccia. Numeri che consentono ai leghisti di avere la possibilità di scegliere un assessore nella futura Giunta di Roberto Lagalla.

L’ultima parola spetterà al segretario regionale del partito Nino Minardo, ma va verso la riconferma il nome di Pippo Fallica. Un profilo che però potrebbe essere ad interim, a seconda di come andrà la tornata elettorale d’autunno per Palazzo dei Normanni. Più irta di ostacoli la strada che porta all’ex capogruppo Igor Gelarda.  L’esponente del Carroccio non ha mai nascosto il suo interesse per il tema dei Servizi Cimiteriali, anche se le dinamiche di partito potrebbero ostacolare questo tipo di processo.

Le scelte dei centristi

Sorride il gruppo di Lavoriamo per Palermo, a cui potrebbero scattare due assessori. Una compagine sulla carta civica ma che vanta al suo interno una folta rappresentanza di consiglieri comunali associabili ad Italia Viva. Ben quattro nomi su cinque per la precisioni, guidati dall’ex capogruppo renziano a Sala delle Lapidi Dario Chinnici. Una truppa che farà valere il suo peso nella futura consiliatura, anche alla luce della posizione dissidente del proprio leader politico Matteo Renzi. Fra i possibili nomi indicabili come futuri assessori c’è quello del presidente uscente del Consiglio Comunale Totò Orlando, presente questa mattina alla proclamazione del sindaco. Un ruolo certamente di rappresentanza, ma nel quale l’esponente renziano ha guidato i consiglieri eletti con una certa personalità.

C’è, poi, il posto che Roberto Lagalla ha promesso in giunta ai centristi di NcI anche se i numeri non fanno scattare in automatico l’assegnazione del posto in giunta. Il nome circolato è quello di Antonello Antinoro ma si registrano resistenze fra gli alleati. A pressare è anche la compagine capitanata da Totò Lentini, nella quale c’è delusione per non aver superato lo sbarramento del 5% (la lista si è fermata intorno al 4,5%). Lentini, indicato in un primo momento nella rosa degli assessori di Lagalla, potrebbe in realtà rinunciare in favore di Paola D’Arpa. Ciò per preparare al meglio l’appuntamento delle Regionali.

A rischio anche il nome di Antonella Tirrito, molto vicina all’assessore Totò Cordaro ed indicata in quota civica, anche se Nuova DC e la componente di Italia Viva non hanno mai nascosto il loro supporto. Ed è proprio su Totò Cuffaro e su Davide Faraone che si accendono i riflettori. Il primo è chiamato a scegliere un nome coerente con i principi del partito e delle regole chieste da Roberto Lagalla. Il secondo è deputato a mediare gli interessi degli eletti con quelli del leader del partito Matteo Renzi, che chiede una posizione di contrapposizione rispetto all’attuale guida della città.

Gli eletti nel centrodestra a Sala delle Lapidi

Utile ricordare la composizione del Consiglio comunale in base ai dati confermati. Sul fronte delle liste, la coalizione di centrodestra si è attestata attorno ad un 54% complessivo, ottenendo così 24 seggi. Nella futura composizione di Sala delle Lapidi, capofila sarà Forza Italia. La lista di Silvio Berlusconi a Palermo ha totalizzato una percentuale dell’11%, conquistando così sette seggi. Compagine nella quale vengono riconfermati Ottavio Zacco (primo degli eletti, 3364 voti), Gianluca Inzerillo (2551), Caterina Meli (3175) e Giulio Tantillo (2276). A seguire Leopoldo Piampiano (1038) e Natale Puma (1142). L’ultimo seggio se lo è aggiudicato Pasquale Terrani (734), che ha prevalso di poco su Rosi Pennino, distanziata di soli 21 voti.

Fratelli d’Italia: Ferrara la spunta in volata

Seconda lista del centrodestra è Fratelli d’Italia, che ha raggiunto il 10,1%. Al partito di Giorgia Meloni andranno sei seggi. Riconfermato Francesco Scarpinato (2594). Seguono l’eurodeputato Giuseppe Milazzo (2013), Antonio Rini, fratello dell’uscente Ilenia Rini (1735), Germana Canzoneri (1431), Tiziana D’Alessandro (1359) e l’uscente Fabrizio Ferrara (1335) che siederà a Palazzo delle Aquile per la terza volta. Prima dei non eletti Teresa Leto, distanziata di oltre 150 preferenze. Per la giovane candidata, rimane da capire cosa farà Giuseppe Milazzo, il quale dovrà decidere se rinunciare al ruolo di consigliere comunale o rimanere in carica a Palazzo delle Aquile, lasciando l’indennità. Ciò in virtù della carica ricoperto al momento a Bruxelles. Per il momento, può solo rimanere alla finestra per capire come si svilupperanno gli eventi.

Lavoriamo per Palermo, rimonta di Abbate nel finale

Cinque seggi conquistati invece da Lavoriamo per Palermo, lista civica di Roberto Lagalla che comprende anche donne e uomini di Davide Faraone e gli uscenti di Italia Viva. Un nodo, quello dei renziani, che potrebbe condizionare il cammino politico del “Professore” durante la prossima sindacatura, anche alla luce dell’apertura del leader nazionale del partito al gruppo del PD, in vista delle elezioni regionali e nazionale. Toccherà proprio a Davide Faraone troverà una sintesi. Quel che è certo è che il senatore avrà a disposizione una folta squadra di consiglieri comunali. A guidare la compagine sarà il capogruppo uscente di Italia Viva Dario Chinnici (1909), seguito da Giuseppe Mancuso (1183), Giovanna Rappa (923), Salvatore Allotta (828) e Antonino Abbate (811).

Anello la spunta in Prima l’Italia, Raja terza eletta per la DC Nuova

Tre seggi a testa invece per Prima l’Italia con l’uscente Sabrina Figuccia in testa alla preferenze (1838), seguita da Marianna Caronia (1764) e da Alessandro Anello (1040), che ha distaccato nel finale Salvatore Di Maggio. Fuori dai giochi il capogruppo uscente Igor Gelarda anche se, per l’esponente del Carroccio, potrebbero esserci altri ruoli in vista.

Tre seggi anche per la  DC Nuova di Totò Cuffaro. L’ex presidente della Regione riesce nell’impresa di riportare il simbolo democristiano all’interno di Sala delle Lapidi. Compagine che sarà capitanata, nel prossimo Consiglio Comunale, da Salvatore Imperiale (1353), seguito da Domenico Bonanno (1086) e da Viviana Raja (989), che soffia di poco il posto a Giuseppe La Vardera. Fuori dai giochi Alleanza per Palermo, UdC, Noi con l’Italia e Moderati per Lagalla.

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