Due laboratori di analisi privati di Palermo sono risultati non autorizzati e producevano falsi referti attestanti parametri analitici e microbiologici non veritieri. La documentazione era basata su analisi mai eseguite sugli alimenti. La scoperta è stata fatta dai Nas nell’ambito della campagna di controlli sulla listeria. Sempre a Palermo sono stati disposti il fermo preventivo di 945 chili di prodotti caseari e la sospensione dell’attività di un’azienda dopo che un campione di formaggio fresco è risultato contenere valori elevati di listeria.
Sequestri anche a Salerno e Catania 3.700 chili di prodotti lattiero-caseari che stavano per essere commercializzati e che erano sprovvisti della documentazione sulla rintracciabilità. Nella provincia di Savona è stato chiuso un laboratorio di preparazione gastronomica, che non aveva l’autorizzazione sanitaria e presentava gravi carenze anche sul piano dell’igiene. Per precarie condizioni igieniche ma anche per la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo, imposte dalla normativa, sono stati sequestrati a Ragusa 529 chili salumi già confezionati, alcuni sprovvisti di elementi utili alla tracciabilità, altri scaduti. Nella provincia di Napoli chiuso un impianto di sezionamento e commercio all’ingrosso di carni avicole sprovvisto del “bollo Ce” e di riconoscimento produttivo.
In un’industria di salumi della provincia di Modena sono stati sequestrati 7 mila chili di tranci di carne suina e bovina e semilavorati, invasi da ghiaccio e brina gelificata a causa del malfunzionamento del sistema di refrigerazione: c’erano anche muffe sulle pareti dei locali destinati allo scarico merci, che avrebbero potuto contaminare gli alimenti. A Bari in un’industria di lavorazione carni sono stati sequestrati 1.800 kg di prodotti privi di etichettatura e di indicazioni utili a garantirne la tracciabilità.
Quattordici tonnellate di alimenti irregolari, per un valore commerciale di circa 327.000 euro, e 23 imprese produttive e commerciali, del valore economico di 7 milioni di euro, sottoposte a chiusura o sospensione. E’ questo l’esito della campagna di controlli in tutta Italia del comando carabinieri per la tutela della salute e del ministero della Salute, a seguito dei casi di intossicazione da listeria connessi con il consumo di alimenti crudi o a ridotta cottura (come i würstel), finalizzata a verificare la corretta gestione in materia di sicurezza ed igiene delle imprese produttive di alimenti di origine animale.
In particolare sono state ispezionate 1.095 aziende di lavorazione e trasformazione di alimenti maggiormente esposti alla contaminazione da batterio listeria (come würstel, insaccati con stagionatura breve e prodotti similari), di prodotti caseari a limitata maturazione, nonché di gastronomia con farcitura fresca (a partire da tramezzini e panini), confezionati in atmosfera controllata per la fornitura alla grande distribuzione organizzata e alle ditte di gestione dei distributori automatici.
Sono state accertate irregolarità in 335 strutture, pari al 30% circa degli obiettivi controllati: 310 gli operatori di settore segnalati all’autorità giudiziaria e sanitaria, 541 le violazioni penali e amministrative contestate, per un valore di oltre 365 mila euro. Tra le criticità riscontrate è stato rilevato l’uso di materie prime scadute di validità e in cattivo stato di conservazione e, con particolare frequenza, la mancata applicazione delle procedure preventive di autocontrollo e tracciabilità degli alimenti, elementi essenziali per individuare e contenere possibili casi di intossicazione causati dal consumo di alimenti nocivi o pericolosi.