“Questi sono i ragazzi che ci ricordano che Dio esiste e che ci ama. Quanto sono belli”, dichiara un gruppo di persone negli spazi esterni di Villa Sofia a Palermo nel giorno in cui i ragazzi “I Senza nome” (hashtag #ISENZANOME) tornano negli ospedali della città nonostante il maltempo che si è abbattuto nelle ultime 48 ore.

“L’iniziativa sociale pacifica partita lo scorso 29 novembre che raggiungerà di settimana in settimana i punti più strategici della città ha lo scopo di mettere in risalto “Il suo nome, la sua Parola e il suo amore””, dichiara uno dei promotori dell’iniziativa.

Domenica 6 dicembre “I Senza nome”, che si identificano così perché “Il nome che sta davanti a noi è più importante del nome che sta dietro”, spiega Alessandro, si sono recati oltre a Villa Sofia anche al Cervello, all’Ospedale dei Bambini e all’Ingrassia, al Civico, al Policlinico e alla Fiera del Mediterraneo per raccontare dell’amore di Dio, per dare parole di conforto e di speranza a chi lotta in prima linea contro il Coronavirus.

“È triste quello che stiamo vivendo”, spiega Salvo, uno dei promotori dell’iniziativa. “Uno stato d’animo che si fa forte, quasi insostenibile, in prossimità delle festività in cui le famiglie si riuniscono se pensiamo ai malati che sono dentro gli ospedali e nei reparti di terapia intensiva, ai familiari che non possono vederli né avvicinarsi loro per abbracciarli o sostenerli. Alcuni muoiono senza un ultimo saluto. Altri arrivano nei Pronto Soccorso senza sapere se ne usciranno vivi. È un desiderio nato dal cuore di Dio quello che stiamo vivendo. Niente di più, né di meno. È un messaggio di conforto per la nostra città, una lettera d’amore per dirle: ‘Quanto Dio la ama e non si è dimenticato di lei'”.

La missione de “I Senza nome” si snoda così durante la giornata di domenica. All’Ospedale Ingrassia i medici rivolgono sentite parole di gratitudine a Giovanni, Sara e Alessio per un gesto che tocca il loro cuore. Nelle diverse strutture ci sono medici affacciati alle finestre, infermieri che chiamano a raccolta i loro colleghi per assistere al gesto d’amore de “I Senza nome” rivolto ai medici e ai degenti delle strutture ospedaliere. Altri scattano fotografie.
Diversi passanti chiedono una preghiera, una Bibbia o semplicemente vogliono lasciarsi coccolare da una parola di conforto o darne una di gratitudine, che in questo tempo è un respiro di sollievo. Uno degli slogan dell’iniziativa recita infatti: “Per chi ogni giorno è in corsia, grazie per i vostri sacrifici”. Dall’Ismett racconta così uno dei ragazzi de “I Senza nome”: “Sono i medici che ci ringraziano quando siamo noi a dovere ringraziare loro”.

“Non è semplice approcciare queste persone: medici, infermieri, familiari, spesso di corsa o appesantite dal carico di lavoro, dalla solitudine o dalla sofferenza di questo brutto periodo. A loro vogliamo dire “Grazie. Non siete soli”. È un gesto a cui non vogliamo rinunciare perché Dio ama le persone e lo vogliamo dimostrare con i fatti”, spiega ancora una dei ragazzi “I Senza nome”. E continua così: “Abbiamo raccontato di Gesù, abbiamo pregato per una degente tramite la figlia conosciuta in sala d’attesa. Anche un infermiere non è rimasto indifferente”.

Dal Policlinico racconta così Federica dall’incontro con uno degli eroi in prima linea: “Siete gli unici che avete parole buone per noi”. Grande stupore dall’ospedale Cervello grazie a uno dei medici del Pronto Soccorso che congeda così i ragazzi “I Senza nome”: “A nome della nostra responsabile vogliamo dirvi grazie. È la seconda volta che vi incontriamo. Un gesto per noi importante e per niente scontato. Messaggi di stima anche dalla direzione tramite saluti e ringraziamenti ai ragazzi “I Senza nome”.

(foto di Joshua Mineo)