Il mare siciliano è inquinato, ben 6 su 10 tra quelli monitorati non sono balenabili. Goletta Verde di Legambiente sbarca in Sicilia, a Palermo dal 17 al 20 luglio, per la settima tappa del suo viaggio lungo la Penisola pensato per monitorare lo stato di salute delle acque marine e della costa. Nel suo primo giorno di tappa a Palermo ha presentato in conferenza stampa i dati finali del monitoraggio effettuato lungo le coste sicule. Un bilancio non positivo: in sintesi, il 61% dei campioni risultano oltre il limite di legge.
Ventisei i punti di prelievo al centro del monitoraggio dei tecnici di Goletta Verde effettuato quest’anno in Sicilia. Di questi 9 in punti critici come foci di fiumi, canali, rii e scarichi artificiali, e 17 in mare. Su 26 punti monitorati 10 sono entro i limiti di legge (39%) e 16 oltre i limiti di legge, di cui 13 risultati fortemente inquinati e 3 inquinati. I campionamenti sono stati effettuati dai volontari e le volontarie di Goletta Verde dal 3 al 10 luglio.
A Messina, Palermo e Trapani
Entrano nello specifico dei campionamenti 2 punti monitorati nella provincia di Messina, di cui uno risultato fortemente inquinato. Si tratta della foce del torrente Patrì in località Cantone. Nove punti nella provincia di Palermo, di cui 4 risultati fortemente inquinati: a Cefalù, località porto, il mare fronte il canale presso piazza Marina; il mare presso la foce del torrente Ciachea a Carini; il mare della spiaggia della Praiola a Terrasini; il mare presso la foce del torrente Nocella tra Terrasini e Trappeto.
Inoltre, sempre in provincia di Palermo, 2 punti sono risultati inquinati. Uno a Bagheria, la foce del fiume Eleuterio, e a Palermo in via Messina Marine allo sbocco dello scarico c/o A. Diaz dietro cantastorie. Quattro punti nella provincia di Trapani, di cui 3 risultati fortemente inquinati: a Trapani, la spiaggia presso pennello di fronte l’oasi ecologica; a Mazara del Vallo la foce del fiume Delia; a Castelvetrano, località Marinella di Selinunte, il mare presso la spiaggia fronte gli scarichi del depuratore.
Ad Agrigento, Caltanissetta e Catania
Nella provincia di Agrigento i 3 punti campionati risultano tutti oltre i limiti di legge. Due fortemente inquinati come la foce del torrente Cansalamone a Sciacca e la foce del fiume Salso a Licata. Ed uno inquinato a Palma di Montechiaro, la foce del fiume Palma. Due punti nella provincia di Caltanissetta, risultati entro i limiti; un punto entro i limiti anche a Scicli, nel Ragusano. Nella provincia di Siracusa sono 2 i punti campionati, di cui uno fortemente inquinato, il mare di fronte al canale Grimaldi. Infine, nella provincia di Catania sono 3 i punti campionati, di cui 2 fortemente inquinati: la foce del canale Forcile in località contrada Pantano d’Arci ed il lungomare Galatea ad Aci Trezza.
Informazione carente
C’è molto da fare ancora per migliorare l’informazione ai cittadini sulla qualità delle acque di balneazione. I cartelli che danno queste indicazioni non sono presenti in 23 punti su 26 monitorati. I risultati del monitoraggio sono stati presentati oggi in conferenza stampa alla presenza di Giuseppe Alfieri, Presidente Legambiente Sicilia, Alice De Marco, Portavoce di Goletta Verde, Maurizio Arcidiacono, Responsabile Conou Coordinamento Area Nord-Ovest.
“Più della metà dei punti che abbiamo monitorato risultano fuori dai limiti di legge – dichiara Giuseppe Alfieri, presidente Legambiente Sicilia – e la situazione è peggiorata notevolmente dallo scorso anno. Il mare siciliano subisce ancora una volta gli effetti della cattiva depurazione, principale causa dell’inquinamento dei fiumi e dei mari. L’1 giugno scorso la commissione ha deferito nuovamente l’Italia alla Corte di giustizia per la mancata conformità di cinque agglomerati, di cui quattro in Sicilia. La procedura di infrazione risale al 2009 e siamo soddisfatti che 36 comuni hanno risolto i problemi di depurazione dei reflui, ma non basta, bisogna mettere in pratica la volontà dimostrata dalla regione Sicilia di voler chiudere questa ingloriosa parentesi”.
Procedure d’infrazione
Come si legge nella relazione finale sulla depurazione delle acque reflue urbane nella regione Sicilia della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati (approvata dalla Commissione nella seduta del 7 settembre 2022) la Struttura Commissariale ha in corso 62 interventi relativi alla procedura di infrazione 2004/2034 (causa C251/17), di cui cinque in grandi centri urbani quali Palermo, Catania, Messina, Agrigento e Ragusa e due in grandi schemi idraulico-sanitari quali Palermo, Misterbianco-Catania-Acireale. Come detto per quanto riguarda la procedura 2009/2034 (C-85/13) gli interventi in corso sono tre, e uno su un agglomerato relativo alla procedura di infrazione 2014/2059 (causa C668/19).
Foci dei fiumi in difficoltà
“La situazione della costa siciliana rispecchia il quadro nazionale: i maggiori problemi si riscontrano nelle foci dei fiumi – dichiara Alice De Marco, portavoce Goletta Verde. L’Italia deve affrontare i problemi di depurazione delle acque reflue, stiamo già pagando in bolletta le sanzioni per il mancato recepimento delle direttive Ue sul trattamento delle acque reflue, e se questa situazione non migliora ne arriveranno delle altre. Non possiamo permetterci un peggioramento come quello avvenuto in Sicilia, efficientare il sistema di depurazione significa anche migliorare l’economia e lo sviluppo di un territorio”.
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