Galeotto fu quel messaggino arrivato sul suo cellulare. Per un palermitano di 40 anni fu l’inizio della fine. Perse la moglie, con cui addirittura divorziò dopo appena 20 giorni dalle nozze. Non solo: ha dovuto affrontare ben due processi intentati dalla stessa ex, probabilmente dal dente avvelenato. Una prima volta finì sul banco degli imputati con l’accusa di lesioni, una seconda volta per maltrattamenti in famiglia. In entrambi i casi è riuscito a venirne fuori con un’assoluzione. A rompere l’idillio tra i due coniugi fu un messaggio che la donna scoprì nello smartphone dell’allora marito inviato da una collega di quest’ultimo. Un testo che mise in testa alla donna stessa che il coniuge lo avesse tradito. E da lì non solo il divorzio ma anche le denunce.

L’ultimo processo

L’uomo è stato assolto in questi giorni dal secondo processo per maltrattamenti in famiglia. A fare denuncia era stata propria la ex. Il quarantenne, assistito dall’avvocato Stefania Galli, è riuscito a venirne fuori pulito anche da questo secondo processo in seguito alla produzione di alcune prove che sono state accolte dal tribunale e ritenute valide.

 Le storie “estreme” tra coniugi

Di storie “estreme” in Sicilia se ne sono viste molte tra coppie “scoppiate”. Caso davvero singolare quanto accadde ad esempio a Siracusa quando un uomo si vendicò organizzando una spedizione punitiva dopo aver ricevuto la “visita” del marito dell’amante. Per questo i carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Gravina di Catania e della stazione di San Gregorio di Catania arrestarono un 45enne e denunciato un 24enne, entrambi catanesi, ritenuti responsabili di lesioni personali aggravate in concorso. Il 45enne, per circa due mesi, aveva intrattenuto una relazione clandestina con la moglie della vittima del raid. Lasciato dalla donna, non avendone accettato la decisione, ha continuato ad importunarla tramite messaggi e telefonate. Assillata dall’ex amante, la signora ha confessato tutto al marito che ha deciso di affrontare a viso aperto l’uomo.

L’affronto e la spedizione punitiva

Difatti, si è recato nel negozio di quest’ultimo a Catania e, dopo una accesa discussione ha aggredito sia l’uomo, ma soprattutto uno dei dipendenti di quest’ultimo che, a causa delle ferite riportate, si è dovuto far medicare al pronto soccorso ottenendo 20 giorni di prognosi. Un “affronto” che portò alla spedizione punitiva. I tre, armati di una spranga di ferro fecero irruzione nel locale e picchiarono selvaggiamente il poveretto, alla presenza della moglie e altre persone intente a fare acquisti. I tre poi sono fuggiti ma successivamente furono identificati e arrestati.

 

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