Giornata di mobilitazione domani dei lavoratori dei consorzi di bonifica siciliani che terranno presidi a partire dalle 10 davanti a tutte le prefetture dell’Isola. La protesta è organizzata da Flai Cgil, Fai Cisl e Filbi Uil regionali che denunciano i gravi ritardi, fino a 4 mesi, che si registrano nell’erogazione degli stipendi. “Mancano all’appello 18 milioni di euro per i lavoratori a tempo indeterminato – scrivono in una nota Tonino Russo e Filippo Romeo della Flai, Adolfo Scotti della Fai ed Enzo Savarino della Filbi – e 4,5 milioni per il tempo determinato. Siamo in attesa di provvedimento dell’Ars per attingere ai 211 milioni che lo Stato ha autorizzato a spendere”.

Anche altri problemi incombono

I sindacati temono anche in ulteriori ritardi “determinati dal passaggio dei consorzi dal dipartimento sviluppo rurale al dipartimento agricoltura”. Denunciano inoltre lo stop al turn over fino al 31 dicembre determinato dall’ultima finanziaria regionale. “Tenere in una situazione di disagio il settore in questo momento di caldo e siccità – osservano i segretari dei tre sindacati – è certo una pessima idea. E non vorremmo si dovesse arrivare all’interruzione del servizio – concludono – se gli stipendi continuano a tardare creando enormi difficoltà ai lavoratori e alle loro famiglie”.

Le polemiche della politica: “Situazione inaccettabile”

Anche la politica accende il dibattito: “La situazione dei consorzi di bonifica siciliani – attacca Peppe Ruvolo, responsabile del comparto Agricoltura per ‘Noi con l’Italia’ – ha raggiunto il limite della decenza: bollette alle stelle con costi insopportabili che i produttori agricoli sono costretti a pagare per poter irrigare le loro coltivazioni, senza considerare la richiesta di arretrati esorbitanti dal 2015 in poi per servizi mai effettivamente resi”.

La lotta contro le condotte colabrodo

Senza dimenticare che quotidianamente si deve affrontare il problema della fatiscenza delle reti di distribuzione che causano perdite e disservizi e l’aumento dei ruoli irrigui a carico dei produttori. “Per questi motivi – aggiunge Ruvolo – è oltremodo necessario un intervento del presidente della Regione Siciliana affinché ponga fine ad un commissariamento che dura da decenni e sblocchi la riforma di questi organismi, elemento questo che favorirebbe una progettualità in grado di poter beneficiare dei fondi del Pnrr”.

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