“I lavoratori della Regione Siciliana sono stanchi delle solite promesse sul rinnovo del contratto e sulla riclassificazione: non ci sono i soldi, non ci sono proposte e il tempo passa con la scadenza del Comitato esecutivo Aran ormai imminente e la campagna elettorale alle porte. Servono risposte e non chiacchiere, per questo proclamiamo lo stato di agitazione di tutti i dipendenti regionali”. Lo dicono Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto del Siad-Csa-Cisal in merito al mancato rinnovo contrattuale dei dipendenti regionali.

L’incontro all’Aran senza esito

“Ieri all’Aran si è tenuto un altro inconcludente incontro con i sindacati sul rinnovo del contratto – continuano Badagliacca e Lo Curto – ma sulla riclassificazione non c’è nulla di concreto, perfino i 3,3 milioni aggiuntivi annunciati dal Governo sono bloccati fino all’approvazione del Bilancio. L’Aran è in scadenza e la campagna elettorale ormai prossima, il rinnovo del contratto va fatto senza perdere altro tempo. Siamo andati avanti sul ricorso contro i concorsi esterni e non ci fermeremo neanche questa volta, lo stato di agitazione è solo il primo passo della nostra battaglia in difesa dei lavoratori”.

La rinegoziazione dell’accordo Stato-Regione

Martedì i sindacati avevano avanzato la richiesta di rinegoziazione dell’accordo Stato-Regione sulla riclassificazione del personale della Regione siciliana dopo che la Giunta Regionale ha impartito nei giorni scorsi la direttiva all’ARAN Sicilia per il rinnovo del contratto di lavoro per il personale del comparto non dirigenziale della Regione Siciliana. Per il triennio 2019-2021, nella parte riguardante il quadro finanziario ha richiamato una norma nazionale, ponendo il limite dello 0,55% del monte salari 2018 come limite della spesa da destinare alla riclassificazione del personale regionale. Secondo il Cobas-Codir, “decretando di fatto non solo un limite di spesa ma anche un limite oggettivo alla possibilità di potere riclassificare il personale regionale”.

La deroga dello sforamento dello 0,55%

Secondo i Segretari Generali Dario Matranga e Marcello Minio, servirebbe “non tanto avere ulteriori somme come dichiarato recentemente dall’assessore regionale alla funzione pubblica ma – in considerazione che non si chiede una progressione di carriera ma una totale riclassificazione in un nuovo sistema classificatorio che potrà anche avere riflessi di progressione di carriera – prevedere la deroga dello sforamento dello 0,55% (prevista per le semplici progressioni) avendo a disposizione la somma già stanziata di € 43.959.231,00 (di cui sarebbero utilizzabili in atto soltanto € 31.410.095,36). Se così non dovesse essere, non si potrà procedere a creare un nuovo sistema classificatorio che consenta alla Regione di potere utilizzare al meglio le risorse umane disponibili non consentendo alcuna riclassificazione del personale regionale con grave danno alla macchina organizzativa ormai non più dotata delle qualifiche funzionali necessarie per potere portare avanti la missione amministrativa assegnata dalle leggi”.