“Un articolo, o meglio un comma, della legge Urbanistica siciliana rischia di bloccare mezzo miliardo di opere e lo sviluppo della Sicilia, è inammissibile. Lo si abroghi al più presto”.

Lo afferma il capogruppo del m5S all’Ars Giorgio Pasqua in relazione ai contraccolpi del comma 5 del’articolo 54 della legge urbanistica siciliana, che di fatto rischia di mandare a monte opere fondamentali per lo sviluppo della Sicilia.

“Sono numerose le opere a rischio – dice Pasqua – come i lavori sul Lotto B5 dell’itinerario Nord-Sud fra Mistretta e Nicosia, il primo lotto della variante di Alcamo, il tratto B della strada statale Licodia Eubea-Libertina, e la variante Vittoria-Comiso. Per quest’ultima si potrebbe addirittura ricominciare tutto l’iter autorizzativo, se entro il 28 dicembre, data di scadenza della conferenza dei servizi dell’opera, non si provvederà ad abrogare quel comma di legge”.

Il M5S sì è già mosso per correre ai ripari e attende il via libera dell’Ars.

“Dopo numerose interlocuzioni con il Ministero delle infrastrutture e l’Assessorato regionale all’Ambiente – afferma il deputato Giampiero Trizzino – si è convenuto di modificare l’art. 54 della Riforma urbanistica, la cui interpretazione sembrerebbe impedire la realizzazione di alcune opere strategiche. La proposta di modifica è già inserita nel pacchetto di emendamenti al disegno di legge sull’Edilizia, in discussione in Aula. Siamo certi che il Presidente Micciché farà il possibile per approvarlo in tempi brevi”.

Non c’è pace dunque per la legge urbanistica siciliana.
Il 18 ottobre scorso il Consiglio dei Ministri ha impugnato ben 10 articoli della legge di riforma anche se lo stesso governo Conte vorrebbe evitare lo scontro e ha annunciato l’avvio di una trattativa per coordinare la norma ed evitare il contenzioso davanti alla Corte Costituzionale.

Ancora lo scorso ottobre, anche Legambiente Sicilia era intervenuta sulla riforma urbanistica considerata da alcuni una “sanatoria mascherata”.
Legambiente Sicilia aveva infatti presentato un ricorso al Consiglio dei Ministri per chiedere “l’impugnativa di alcuni dei punti più scandalosi della recente legge regionale n.19 del 2020 con cui sono state riscritte procedure e contenuti della pianificazione urbanistica e paesaggistica, di fatto cancellando i piani paesaggistici discendenti dal Codice dei Beni culturali e dando le varianti urbanistiche compresa la Vas ai soli comuni”.
Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, aveva dichiarato: “Non potevamo stare inermi a guardare la distruzione del nostro territorio”.

Sulla questione interviene anche Giancarlo Cancelleri, viceministro alle Infrastrutture.
Spiega Cancelleri: ““Nel momento in cui la parola d’ordine è semplificare e avviare velocemente cantieri, cosa che in una regione come la Sicilia si traduce in sviluppo delle infrastrutture e nuovi posti di lavoro, purtroppo il primo ostacolo è il governo della Regione stessa”.

Il contestato comma 5 dell’articolo 54 della Legge Urbanistica della regione Siciliana dice che “i comuni dotati di strumenti urbanistici generali, i cui vincoli preordinati alla espropriazione sono decaduti per il trascorso periodo di efficacia, non possono procedere alla approvazione di varianti parziali riguardanti il verde agricolo, classificato come zona “E” dello strumento comunale, ad eccezione di quelle finalizzate alla realizzazione di opere pubbliche inserite nei programmi comunali…”

“Questo articolo, apparentemente innocuo, – commenta Cancelleri – sta bloccando opere per oltre mezzo miliardo di euro in Sicilia, perché nessuna opera pubblica nazionale, ad esempio quelle stradali e ferroviarie, vengono inserite nei programmi comunali. Perché mai, infatti, un sindaco dovrebbe prevedere una strada statale o una nuova ferrovia nei propri programmi comunali?”

“A causa di questo articolo – continua Cancelleri – c’è il rischio concreto che non si possa più fare un’opera pubblica in Sicilia, una tragedia che sta già producendo effetti negativi grandissimi. Ad oggi ad esempio, sono bloccati i lavori sul Lotto B5 dell’itinerario Nord-Sud fra Mistretta e Nicosia, per un valore di 120 milioni di euro. La Regione ha infatti espresso inizialmente parere contrario alla realizzazione dell’opera durante la conferenza dei servizi, poi, grazie all’intervento dell’Anas, quel parere è stato ritirato, ma il problema si riproporrà in seguito se la legge non verrà abrogata. A rischio anche il primo lotto della variante di Alcamo, per oltre 26 milioni di euro, il tratto B della strada statale Licodia Eubea-Libertina, per un valore di 205 milioni di euro e la variante Vittoria-Comiso per un valore di 164 milioni di euro, per quest’ultima c’è addirittura il pericolo di dover ricominciare tutto l’iter autorizzativo da capo, se entro il 28 dicembre, data di scadenza della conferenza dei servizi dell’opera, non si provvederà ad abrogare quel comma di legge. E c’è il rischio che l’elenco si allunghi”.

“E’ vergognoso – continua Cancelleri – tenere bloccati lavori per mezzo miliardo di euro e rimanere immobili di fronte a ripetuti solleciti. Ricordo ancora l’assessore Falcone che sulla Nord-Sud organizzava le marce contro Anas fino a pochi mesi fa, e le denunce del Presidente Musumeci a reti unificate: solo parole. La realtà, purtroppo è fatta di blocchi e perdite di denaro e opportunità. Quell’articolo deve essere abrogato prima del 28 dicembre altrimenti sarà un disastro”.

“La nostra regione – conclude il viceministro – deve mettere il turbo e sfruttare ogni opportunità perché dobbiamo recuperare il gap infrastrutturale rispetto al resto del Paese e dell’Europa. Arriveranno finanziamenti, ne arriveranno tanti, e bloccare opere e sviluppo per i mille cavilli che il governo Musumeci non è in grado di superare, potrebbe segnare l’ennesima sconfitta della Sicilia nella partita per il futuro”.

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