Una cabina di regia con il governo regionale per chiedere un monitoraggio sui fondi strutturali, quelli Snai e tutti quelli destinati alla viabilità delle aree interne della Sicilia che riguardano le Madonie, il Simeto-Etna, i monti Sicani, il Calatino e i Nebrodi per capire quali sono i programmi del governo per migliorare la mobilità secondaria delle aree interne particolarmente penalizzate nei collegamenti, per conoscere i tempi di realizzazione dei progetti e  soprattutto per individuare le strategie sinergiche per superare i principali ostacoli  per la velocizzazione dei cantieri, uno su tutti quello che riguarda la progettazione per la carenza di personale adeguato. È quanto hanno chiesto i vertici della Filca, nel corso della tavola rotonda, dal titolo: “Diamo dignità alle aree interne della Sicilia”, che si è tenuta nella sala convegni del parco dei Nebrodi e alla quale hanno partecipato il segretario nazionale della Filca, Enzo Pelle, il segretario regionale Paolo D’Anca e tutti i segretari provinciali, il presidente del Parco dei Nebrodi, Domenico Barbuzza, il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo, il segretario generale della Cisl Messina, Nino Alibrandi, il capo di gabinetto dell’assessorato regionale alle Infrastrutture, Alberto Pistorio e il sindaco di Cesarò, Salvatore Calì.

Potenziamento mobilità e merci

“Le aree interne della nostra isola – si legge in una nota della Filca Cisl – devono essere assolutamente valorizzate con il potenziamento della mobilità delle persone e delle merci, per il rilancio del turismo e per lo sviluppo produttivo della Sicilia. L’intervento sulla  viabilità secondaria è decisivo per la nostra economia, le aree interne hanno delle potenzialità strategiche che devono essere sostenute con adeguati interventi di programmazione. È inaccettabile constatare che ci sono i finanziamenti previsti, con cifre milionarie, che si arrestano per mancanza di tecnici, ingegneri a architetti”.

In ballo 155 milioni di euro

“La Regione – prosegue la nota – con il Po Fesr Sicilia 2014-2020 ha stanziato per le aree interne 155 milioni, di cui 86 milioni per il digital divide, l’accessibilità, la salute e l’istruzione e 69 milioni per la tutela del territorio, la valorizzazione delle risorse naturali/culturali e del turismo sostenibile, i sistemi agroalimentari e lo sviluppo locale, il risparmio energetico e le filiere locali di energia rinnovabile, e l’artigianato. Per ciascuna area sono previsti circa 31 milioni di euro provenienti dal Po Fesr, cui si aggiungono altre risorse previste da altri fonti di finanziamento ma quello che si constata ad oggi è un assoluto immobilismo. La Sicilia, terra a forte vocazione agricola e turistica, deve valorizzare le zone interne, che sono una opportunità di sviluppo per l’economia locale. Lo sviluppo delle zone interne è collegato alla viabilità e molte aziende agricole rischiano infatti di rimanere isolate perché non riescono a trasportare all’esterno i propri prodotti. Chiediamo pertanto – conclude la nota – un intervento immediato della Regione per mettere in atto tutte gli interventi necessari per superare questo gap e per evitare di perdere risorse che sono strategiche per lo sviluppo e per il futuro di questa terra”.

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