L’emergenza rifiuti continua ad essere un problema all’interno delle strade di Palermo. Marciapiedi ricoperti di spazzatura, ingombranti ad ogni angolo e periferie nel caos. Fatto sul quale si è arrabbiato perfino il sindaco Roberto Lagalla che, nei giorni scorsi, ha invocato una maggiore celerità negli interventi da parte delle società partecipate. Nel frattempo, il Consiglio Comunale uscente è chiamato a decidere sul da farsi relativamente al tariffario Pef Tari 2022-25. Atto che, almeno nella versione attuale, potrebbe comportare un aumento di circa cinque milioni di euro. Questione sulla quale Sala delle Lapidi non si è ancora espressa, anche se dovrà farlo entro il 31 luglio.

Consiglio Comunale uscente chiamato a decidere

Un atto di cui, come sopra ricordato, si dovrà occupare il Consiglio Comunale uscente visto che, per l’insediamento di quello nuovo, si dovrà attendere la fine dei riconteggi derivanti dai ricorsi presentati da alcuni candidati. Gli uscenti possono infatti agire in caso d’urgenza, così come stabilito dalla legge. Fatto ricordato dal presidente del Consiglio Comunale uscente Totò Orlando nell’ultima seduta di venerdì 1 luglio. Un contesto nel quale l’esponente di Italia Viva ha chiaramente espresso la volontà di non riconvocare per il momento il Consiglio Comunale, salvo in caso in cui ci sia una chiara volontà della Conferenza dei Capigruppo di affrontare l’atto. Organizzazione della stessa che Totò Orlando ha affidato al consigliere Giulio Tantillo. L’alfiere di Forza Italia, attuale vicepresidente di Sala delle Lapidi, viene infatti dato come papabile per la successione nel ruolo di futuro presidente. Una sorta di passaggio di consegne in un momento difficile per il capoluogo siciliano.

Il dibattito sul caos a Bellolampo

Una seduta di Consiglio, quella di venerdì, tenuta alla presenza dell’amministratore unico di Rap Girolamo Caruso. L’esponente di piazzetta Cairoli ha cercato di fare il punto della situazione sull’impianto di Bellolampo e sui conti dell’azienda partecipata. Dibattito d’aula che ha vissuto qualche difficoltà tecnica visto che buona parte dello streaming non è andato in onda a causa della contemporanea conferenza stampa sul Festino, trasmessa sui canali del Comune di Palermo. Fatto sottolineato in particolare dal consigliere di “Oso” Ugo Forello e dallo stesso presidente Orlando, che ha amaramente commentato: “Questa è una delle tante cose che non hanno funzionato in questa consiliatura”.

In merito al dibattito d’aula, Caruso ha palesato tutte le note criticità dell’impianto di Bellolampo. “Qualche giorno fa abbiamo avuto una riunione con il nuovo sindaco. Lui si è impegnato a farmi avere la transazione notarile con la Curatela Fallimentare di Amia, che mi permetterebbe di utilizzare la vasca terza-bis. Nelle scorse settimane, ho dovuto sovraccaricare le vasche disponibili, a cominciare dalla sesta. Per almeno tre mesi ho dovuto caricare rifiuti più di quella che è la quota posta dalla Regione. La settima vasca sta portando ritardo. Il primo lotto dovrebbe essere pronto entro luglio, mentre la stesura completa sarà pronta entro il primo trimestre del 2023″. Una descrizione che immortala in pieno le difficoltà vissute dall’impianto cittadino, che si stanno chiaramente ripercuotendo anche sul capoluogo siciliano.

Aumenti TARI: “Senza si rischia perdita equilibrio economico-finanziario di Rap”

Tema cardine della seduta è stato chiaramente il Pef Tari 2022-25. Documento nella versione grezza che comporterebbe un aumento delle tariffe di circa cinque milioni di euro. Riquotazione della cifra che il dirigente di Rap Massimo Collesano ha così spiegato. “Sul 2022, la cifra diventa 114,5 milioni di euro. Ricordo all’aula che Il Pef 2022, per effetto dell’emendamento tecnico sul 2020, dovrebbe garantire alla Rap il corrispettivo storico, più i 12,9 milioni di euro inseriti con la delibera di maggio. Somme appostate nel bilancio della Rap che devono tramutarsi in ricavo. Altrimenti si rischia che la Rap non riesca a sostenere questa somma, chiudendo il 2022 in perdita. Anzi, visto che il capitale sociale non è sufficiente a coprire una perdita di tale portata, costringerebbe il nostro amministratore a mettere in liquidazione la società. Ciò anche alla luce del fatto che la ricapitolarizzazione non si è conclusa”.

Un importo che si è ridotto a circa cinque milioni di euro per effetto di due fattori. “Per fortuna tale cifra si è ridotta in virtù di due variabili – ha sottolineato Collesano -. Una derivata dal Comune di Palermo, con un ritorno di cinque milioni di euro di accantonamenti. E una per effetto della riduzione dei costi di gestione di circa 3 milioni. Il residuo di 4,8 milioni sono quelli che residuano da questa operazione algebrica. Dice l’Arera che la società di gestione è obbligata a inserire i costi di gestione dell’anno m-2 (2020) e che può operare riduzioni alla sola condizione che ciò non pregiudichi l’equilibrio economico dell’anno. Un eventuale riduzione del Pef grezzo della Rap, rispetto a quello presentato, porterebbe all’inevitabile perdita dell’equilibrio economico del 2022“.

Palermo invasa dai rifiuti

Un perimetro che appare decisamente ristretto sia dal punto di vista pratico che da quello temporale. Il Comune di Palermo sta pagando gli effetti della mancata riscossione degli ultimi anni e le strade del capoluogo siciliano sono nuovamente piene di spazzatura. Come palesato dallo stesso sindaco qualche giorno già durante l’inaugurazione di un’area giochi allo Sperone. Polemica, quella mossa dal primo cittadino verso Rap, che aveva perfino provocato le dimissioni di Girolamo Caruso dal ruolo di Amministratore Unico. Lettera di remissione dall’incarico rimandata al mittente dallo stesso Lagalla, che ha ritenuto la reazione esagerata. Il contesto rimane però complicato.

Il problema, in tal senso, rimane sempre quello degli ingombranti. Numeri decisamente sconfortanti quelli forniti dagli uffcii della Partecipata di piazzetta Cairoli. Nel periodo compreso fra il 1 e il 16 giugno, l’azienda ha comunicato di aver rimosso la ‘bellezza’ di 5848 pezzi di rifiuti ingombranti. Ciò su un’area che ha interessato 248 strade del capoluogo siciliano. Record negativo per via Filippo Paladini, arteria viaria del quartiere CEP, dove i dipendenti comunali hanno rimosso 136 pezzi di ingombranti. A seguire via Interguglielmi (Boccadifalco – 123 ingombranti), via Bronte (Borgonuovo – 111) e via del Bastione (Ballarò – 103). Numeri impietosi che danno l’idea di quanto sia espanso il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Un tema, quello del controllo del territorio, del quale adesso si dovrà occupare la nuova Amministrazione guidata da Roberto Lagalla.

Situazione critica a Bellolampo

Problema che si affianca alle criticità di Bellolampo. La discarica è satura da tempo. Fatto che lo stesso Caruso ha più volte segnalato all’ex sindaco Leoluca Orlando, chiedendo due ordinanze per potere abbancare in emergenza all’interno della terza vasca bis e della quarta vasca. Fatto che permetterebbe di liberare gli spiazzali del TMB dalla spazzatura. Al momento, sul posto vi sono ammassate più di 180.000 tonnellate di rifiuti. Il tutto in attesa che si concluda la prima tranche di lavori, promossi dalla Regione, per la creazione della settima vasca di Bellolampo. Interventi in ritardo rispetto alla tabella di marcia e che si dovrebbe concludere entro fine luglio. Per la tasca completa invece, bisognerà attendere il primo trimestre del 2023.

Abbancamenti su III-bis e IV bloccati

Tema centrale della questione rimane la possibilità, per l’azienda Rap, di potere conferire rifiuti all’interno della IV vasca e della III-bis. Ciò permetterebbe di scaricare circa 350.000 metri cubi di spazzatura (100.000 nella III-bis e 250.000 nella IV). Fatto che farebbe guadagnare circa tre mesi alla partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti di Palermo. Fatto che consentirebbe infatti di attendere con serenità il completamento dei lavori del primo lotto della VII vasca, in corso di definizione a Bellolampo. Interventi che dovrebbero concludersi a luglio, permettendo così di uscire dall’attuale situazione di stallo.

Ma senza l’ordinanza, il pastore non può cantare messa, il che lascerebbe l’impianto e quindi il capoluogo siciliano in una situazione d’emergenza. La VI vasca infatti è satura da tempo e l’azienda non può sostenere ulteriori extracosti per portare i rifiuti presenti negli spiazzali ad altro impianto. Secondo la stima fatta da Girolamo Caruso stesso, servirebbero ad occhio qualcosa come 54 milioni di euro. Cifre ad oggi impensabili, soprattutto alla luce dei problemi economico-finanziari di Palazzo delle Aquile.

Il dibattito fra Rap e Comune

Situazione di caos che ha portato ad uno scontro istituzionale fra Rap e Comune di Palermo, sia con la vecchia che con la nuova amministrazione. Con riguardo alle ultime problematiche, ha fatto discutere quanto sta avvenendo in periferia. Quadro di caos che aveva portato, nei giorni scorsi, alle dimissioni dell’Amministratore Unico Girolamo Caruso. Una decisione che l’esponente della Partecipata ha reso nota attraverso una lettera di un paio di pagine inviata al primo cittadino. Missiva nella quale lo stesso Caruso ha analizzato i motivi che hanno portato all’attuale situazione di stallo all’interno della Zona Industriale. Secondo quanto hanno riferito dagli uffici di Rap infatti, l’azienda non è potuta intervenire sull’area in questione a causa della presenza di rifiuti speciali. Situazione che la nostra redazione ha peraltro documentato con diverse live tenute sul posto. Dal canto suo, Rap ha inviato un preventivo di spesa agli uffici comunali per potere effettuare le operazioni di bonifica. Richiesta a cui l’ex Amministrazione Comunale non ha mai dato una risposta.

In realtà, più di qualcuno aveva associato la decisione del dirigente di Rap anche ad un possibile discorso di carattere istituzionale. Ciò per agevolare la scelta del nuovo primo cittadino che, magari, avrebbe potuto pensare ad una sorta di discontinuità rispetto alla precedente guida della città. Fatto che potrebbe ricollegare le posizioni di vertice delle Partecipate a quello che è stato ribattezzato “Toto Giunta”.  Posti che quindi, come le presidenze di commissione a Sala delle Lapidi, potrebbero rientrare nel più ampio ragionamento di composizione del futuro esecutivo di Roberto Lagalla. Manovra che potrebbe togliere dall’imbarazzo qualche compagine politica che, per problemi di linea a livello nazionale, potrebbe scegliere di non avere ruoli in prima linea.

Possibile prosecuzione dell’incarico

Invece, al di là dello scontro istituzionale delle ultime ore, i rapporti fra Roberto Lagalla e Girolamo Caruso sono buoni. Anzi, a tal proposito, ci sono stati già degli incontri per cercare di superare le criticità relative all’ennesima branchia dell’emergenza rifiuti, con particolare riguardo alla ben nota situazione dell’impianto di Bellolampo. Struttura sulla quale Caruso attende da oltre quattro mesi due ordinanze per sbloccare gli abbancamenti sulla terza vasca bis e sulla quarta vasca. Confronti confermati dallo stesso amministratore unico nella seduta di Consiglio Comunale di ieri, quando Caruso ha presenziato sulla vicenda legata al Pef Tari. Non è quindi da escudere una prosecuzione nell’incarico da parte dello stesso dirigente che, giova ricordarlo, svolge il proprio compito a titolo gratuito.

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