“Lavoro, rispetto e dignità”. Questo è lo slogan che hanno intonati alcuni ex percettori del reddito di cittadinanza, presenti oggi sotto la sede istituzionale della presidenza della Regione Siciliana per protestare rispetto all’abolizione del sussidio introdotto dall’ex Governo Conte e sostituito dall’attuale esecutivo guidato da Giorgia Meloni con l’assegno d’inclusione. Una misura sulla quale, nelle scorse settimane, non sono mancate le polemiche.

Gli ex percettori chiedono lavoro o assegno di dignità

Protesta percettori reddito sotto presidenza Regione

All’interno dei CAF infatti, si sono registrate alcune incongruenze rispetto alla platea di assegnatari approvata dall’INPS. I disagi non sono mancati neanche sul fronte operativo, con code di diverse centinaia di persone nelle agenzie postali per potere ritirare la propria carta per accedere ai fondi. Una misura che non ha convinto e continua a non convincere chi, una volta, percepiva il reddito di cittadinanza. Fra i presenti in piazza Indipendenza questa mattina c’era una platea variegata, divisa fra chi attende di essere convocato per accedere ai corsi di formazione e chi, purtroppo, è rimasto senza nulla in tasca.

Uno stato di povertà che secondo Davide Grasso, presidente dell’associazione “Basta Volerlo”, riguarda un’ampia fetta di siciliani. “La situazione è disastrosa. Questo Governo ha deciso di dividere i poveri in due categorie: occupabili e non occupabili. Con riguardo alla prima categoria, da settembre dovrebbero percepire circa 350 euro, ma nemmeno li prendono. Purtroppo i corsi non sono partiti. Hanno frequentato solo quello di orientamento che gli ha permesso di sbloccare solo il primo mese. Come può vivere una famiglia con queste cifre visto l’attuale costo della vita? Quello che chiediamo oggi è un lavoro per tutti i siciliani in difficoltà che purtroppo non c’è. In Sicilia non si riesce ad investire o a portare le aziende qui. Serve un intervento sul fronte delle politiche attive”.

Una crisi sociale su cui si focalizza anche Tony Guarino, esponente del movimento UGS. “Noi chiediamo un reddito di dignità. Misura che possa fare la differenza sul territorio, in un’area geografica come la Sicilia abbandonata dalle istituzioni. Serve una misura che tuteli le famiglie indigenti, in particolare chi ha uno sfratto esecutivo fra le mani“.

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