Incontro tra l’Amministratore Unico della Reset e Filcams, Fisascat e Uiltucs nel corso del quale è stato illustrato il piano industriale 2019-2021 della partecipata del Comune di Palermo.

“Ancora una volta Reset continua a chiedere sacrifici ai propri dipendenti – dichiara Mimma Calabrò, Segretario Generale della Fisascat Cisl Palermo Trapani – Progetti bloccati, il totale immobilismo della commessa Amap, l’utopia della mobilità interaziendale. Insomma, l’elenco delle problematiche illustrate potrebbe durare all’infinito. Per non parlare poi del mancato riconoscimento degli scatti di anzianità ex Gesip ad oggi congelati, le mancate progressioni di carriera e il tanto agognato passaggio a full-time che va allontanandosi sempre più. Insomma, per i 1374 lavoratori della Reset e per le loro famiglie si prospetta un futuro tutt’altro che roseo”.

“Stiamo parlando di dipendenti nella stragrande maggioranza monorreddito con stipendi di 800 euro mensili circa – afferma Antonello Collosi, coordinatore aziendale Reset per la Fisascat Cisl – Il 30% di questi, inoltre, ha dei pignoramenti in busta paga dal momento che, nel periodo della cassa integrazione, non ha potuto onorare gli impegni assunti con le altre finanziarie”.

“Quella dei lavoratori Reset è una situazione che, giorno dopo giorno, diventa sempre più insostenibile – continua Calabrò – Un’Azienda lasciata in balia di se stessa che, piuttosto che riconoscere quanto spettante ai lavoratori, continua invece a chiedere sacrifici dopo ben 5 anni dalla sua nascita- conclude la sindacalista – Chiederemo al Sindaco e al Consiglio Comunale di porre fine una volta e per tutte a questo stato in cui si trova la Reset che,malgrado svolga servizi importantissimi per la comunità, potremmo definire come ‘la Cenerentola delle partecipate del Comune di Palermo'”.

Metteremo in campo tutte le azioni sindacali e legali a tutela dei lavoratori coinvolti. E’ ora di scrivere la parola fine a questa ormai annosa questione”.