Non è un inizio 2023 positivo per il cimitero dei Rotoli di Palermo. Fra la mancanza di posti nei campi d’inumazione, l’assenza di un forno crematorio funzionante, i ritardi nei cantieri per creare nuove sepolture e tanto altro ancora, c’è l’imbarazzo (in tutti i sensi) della scelta su quelle che sono le difficoltà vissute dalla struttura. Al di là del numero effettivo di salme a deposito, comunque ampiamente al di sopra delle mille unità, a colpire è l’assenza di strutture in grado di soddisfare i bisogni della popolazione della quinta città d’Italia. Fatto che poi, concretamente, ha comportato l’accumulo di bare nei depositi e nelle tensostrutture del camposanto di lungomare Cristoforo Colombo. Tante, troppe bare attendono da tempo un posto. C’è chi, perfino, lo attende da oltre due anni.

Bare a deposito da oltre due anni

Rotoli, deposito tensostruttura

L’evidenza è lì, presente e indifferente al trascorrere del tempo. I depositi rimangono pieni, con feretri in attesa di una degna sepoltura da oltre due anni. Basta farsi un giro per le tensostrutture del camposanto o fra quelli che una volta erano uffici ed oggi sono stati trasformati in alloggi di fortuna per le bare. Stato drammatico e che conferma le difficoltà, vissute da oltre tre anni, all’interno del cimitero monumentale di lungomare Cristoforo Colombo.

Sicuramente l’emergenza che colpisce di più è quella relativa alle bare a deposito. Elemento su cui, fra fine 2022 ed inizio 2023, si è generata una guerra di numeri lanciata dal capogruppo del M5S Antonino Randazzo (con dichiarazioni basate sui dati forniti dall’ex direttore Leonardo Cristoforo) e a cui ha risposto a distanza l’assessore ai Servizi Cimiteriali Totò Orlando. Secondo quanto riferito dall’esponente di Italia Viva, sarebbero 1080 le salme in attesa di una degna sepoltura. Numeri leggermente in calo quindi rispetto all’insediamento della Giunta guidata da Roberto Lagalla avvenuto in piena estate.

Il fattore matematico però conta davvero poco, se paragonato alla durata e alla portata dall’emergenza ai Rotoli. I depositi, al di là del numero preciso di salme, rimangono pieni, con bare in attesa di una degna sepoltura da tanto, troppo tempo. Qualcuna attende perfino da oltre due anni. Basta farsi un giro fra i depositi per rendersi conto dei tempi biblici per i quali i familiari sono costretti ad attendere. Lentezza riconosciuta dallo stesso primo cittadino nella conferenza stampa di inizio anno a Palazzo delle Aquile e per la quale lo stesso Roberto Lagalla ha evidenziato l’inadeguatezza degli strumenti ordinari, chiedendo ed ottenendo la nomina di commissario per l’emergenza cimiteriale.

I ritardi sulle nuove sepolture

Rotoli, costruzione loculi ipogei

Già, l’ordinario. La normale amministrazione ai Rotoli sembra davvero un lontano ricordo. Un cimitero costretto sempre ad inseguire emergenze ataviche e derivate da carenze strutturali. Ciò a cominciare dall’assenza di posti nei campi d’inumazione, nei quali si è ricominciato a seppellire da qualche mese, e di posti per tumulazione che, seppur rappresentano una minoranza rispetto al totale complessivo dei feretri in attesa, rimangono comunque un problema.

A tal proposito, si attendevano novità in merito al completamento dei 400 loculi straordinari da collocare nelle aree di viale Santa Maria e di viale Santissima Trinità. Lavori avviati ad inizio agosto 2021 e che dovevano durare appena due mesi. Alla data odierna, 8 gennaio 2023, gli interventi sono ancora in corso. Ciò a causa di problemi burocratici legati ad alcuni permessi necessari per proseguire le opere. Ad oggi risultano posizionate le strutture in acciaio in cui andranno posizionati i loculi. Secondo quanto si apprende da fonti dell’assessorato, i lavori dovrebbero andare verso il completamento entro febbraio.

Forno crematorio ancora ko

Si allungano i tempi dei lavori per la riapertura del forno crematorio al cimitero dei Rotoli di Palermo

Ritardi che si moltiplicano se vengono riferiti al mancato funzionamento del forno crematorio del cimitero dei Rotoli. Una struttura che non effettua cremazioni addirittura da marzo 2020. Quasi tre anni in cui i familiari dei cittadini palermitani che hanno scelto la cremazione hanno dovuto portare i propri cari fuori dalla Provincia o, addirittura, fuori dalla Regione.

Una vicenda sulla quale, durante la puntata di fine novembre di Talk Sicilia, l’assessore Totò Orlando aveva parlato di pochi mesi di attesa. “Se riusciamo ad avere le autorizzazioni nel mese di dicembre, a febbraio 2023 potremmo avere il forno crematorio nuovamente funzionante. Tutto però è subordinato alle autorizzazioni e al percorso che stiamo trattando”. Da vedere se i tempi saranno o meno rispettati.

I progressi sulla parte alta

Rotoli, campi d'inumazione

Gli unici progressi di rilievo si registrano nella parte alta del camposanto di lungomare Cristoforo Colombo. Dopo la concessione della documentazione relativa al collaudo della rete anti-caduta massi, è stata potata una parte delle erbacce che infestavano i campi d’inumazioni posti nella parte alta del cimitero dei Rotoli. Più di qualche cespuglio rimane, ma è sicuramente un paesaggio più cristiano in cui commerare i propri morti.

Ed è proprio sulla sacralità dei luoghi che si dovrebbe riflettere in questi giorni di festività natalizie. L’arrivo del commissariamento potrebbe favorire procedure più snelle, con meno impedimenti burocratici. Bisognerà capire se questo elemento, unito ai due milioni di euro e alla possibilità di poter nominare un team di esperti fino a cinque anno, possa bastare a risolvere le criticità di un’emergenza che va ormai avanti da tanto, troppo tempo. Nel frattempo, i palermitani aspettano, così come i defunti posti a deposito.

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