A poche settimane dal consueto avvio dei saldi invernali, la Regione Siciliana non ha ancora stabilito la data di inizio della campagna delle svendite. Confimprese Sicilia solleva il problema e con una nota inviata all’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo chiede la convocazione della riunione propedeutica all’approvazione del calendario. In questo modo si andrebbero a fissare in Sicilia le vendite promozionali e dei saldi per il biennio 2024-2025, come previsto dalla legge regionale 9 del 25 marzo 1996. “La convocazione della riunione e la successiva emanazione del decreto assessoriale per la regolamentazione dei saldi, che ancora non sono state fatte – ha dichiarato il coordinatore regionale di Confimprese Sicilia, Giovanni Felice – devono avvenire nel più breve tempo possibile. Bisogna colmare una lacuna normativa e dare indicazioni chiare alle aziende ed ai consumatori”.

L’evoluzione del commercio

Secondo Felice l’attuale momento economico generale ha stabilito anche un cambiamento che sta attraversando il commercio ed il settore distributivo. Per questo, a suo avviso, la scelta delle date non può rappresentare un semplice passaggio burocratico. “Né  tantomeno – sostiene – una mera accettazione delle trattative ed orientamenti della Conferenza Stato-Regioni. Se confermate, non tengono nella dovuta attenzione gli input che i consumatori stanno dando al mondo del commercio. È sempre più evidente – ribadisce Felice – che la crescita del commercio virtuale rischia di sbaragliare il commercio fisico con i conseguenti mutamenti. Come quelli che riguardano la morfologia delle città e dei centri storici che già si manifesta chiaramente. Con ciò determinando la desertificazione commerciale dei centri storici, delle vie tradizionali del commercio, dei mercati tradizionali. Con effetti collaterali che compromettono i livelli di vivibilità e sicurezza”.

La legge regionale vecchia di 28 anni

“L’anacronistica impostazione dei saldi in Sicilia non è solo frutto di una legge datata –   continua l’esponente di Confimprese –. Tanto che ad aprile festeggeremo il 28° compleanno ma anche della anacronistica filosofia che non tiene conto delle nuove tecniche di vendita, delle nuove tecnologie. E, principalmente, dei mutati orientamenti dei consumatori che non possono essere modificati, compressi e condizionati da leggi o decreti”.

Giovanni Felice insiste affermando che è in atto una competizione tra commercio fisico e commercio virtuale. “Il commercio fisico deve combattere a mani nude – evidenzia – contro i carri armati delle agevolazioni di cui gode il commercio on line.E contro lo strapotere dell’abusivismo delle dirette sui social nelle quali ognuno si cimenta senza alcuna regola e senza alcuna garanzia per i consumatori”. Il commercio on line ha offerte e campagne promozionali h24 per 365 giorni l’anno. In Italia le vendite promozionali di fatto sono libere. “Mentre in Sicilia – commenta amaramente Felice – in palese violazione delle norme a garanzia della concorrenza datate 2006, sono limitate e controllate con limitazioni fuori da ogni logica commerciale e di buon senso”.

Il black friday

Confimprese resta dell’idea che l’attuale meccanismo di gestione delle promozioni e dei saldi sia anacronistico. E fa riferimento al black friday che ormai si è trasformato in Black Month. Ogni anno le vendite on line nel periodo di novembre crescono alla media del 20-25 per cento ed i primi dati di quest’anno sembrano confermarlo. Con una percentuale altissima di crescita del volume di affari dei colossi multinazionali. “Ma quello che ci deve fare riflettere – sottolinea Giovanni Felice – è l’altissima partecipazione alla campagna promozionale del Black Friday che supera l’80 per cento delle adesioni e che riguarda tutti i prodotti e le tipologie di attività, farmacie comprese. L’assessore deve convocare al più presto la riunione con l’auspicio che non sia la ratifica di una decisione che ha la presunzione di potere fermare il tempo. Cristallizzando, solo per il commercio fisico, il tempo all’era pre internet, ma si trasformi in un primo momento di riflessione sul ruolo del commercio fisico nell’era della digitalizzazione”.

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