Si svolgerà giovedì 13 febbraio la presentazione dello scritto dal titolo “Guida breve allo Statuto di autonomia della Regione siciliana” (Mohicani Edizioni, Palermo), di Maria Cristina Pensovecchio, consigliere parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana.

Dopo gli indirizzi di saluto del prof. Schiavello, Direttore del Dipartimento giuridico della Facoltà di Giurisprudenza, previsti gli interventi del prof. Verde (ordinario di diritto costituzionale e componente del Consiglio di Giustizia amministrativa), della prof. Lorello (ordinario di diritto costituzionale) e del dott. Di Piazza, vicesegretario generale dell’Assemblea regionale siciliana.

Il testo nasce con l’intento di descrivere gli istituti giuridici più salienti previsti dallo Statuto regionale siciliano, in una continuità ideale – ci svela l’Autrice – con gli studi paterni (il prof. Antonino Pensovecchio Li Bassi, scomparso sette anni fa, era professore ordinario di diritto costituzionale presso l’Ateneo di Palermo, ndr) che si dedicarono generosamente al tema autonomistico e allo Statuto siciliano.

L’Autonomia regionale di cui gode la Sicilia trae origine – com’è noto ai più – dalle vicende storiche che caratterizzarono l’isola nel periodo immediatamente successivo alla fine della seconda guerra mondiale e che indussero le Autorità nazionali a riconoscere dapprima poteri peculiari di autogoverno localizzati in Sicilia, proprio in un contesto di forte indipendentismo dell’Isola.

Nel solco di tali iniziali riconoscimenti, grazie all’opera di mediazione politica e giuridica, resa possibile tanto dagli illustri giuristi dell’epoca che dai protagonisti della politica del Dopoguerra, si diede forma di atto di rango costituzionale allo stesso Statuto regionale, approvato ancor prima della Carta costituzionale.

Nel volume l’Autrice intende arricchire e aggiornare gli studi paterni attraverso un approfondimento puntuale di dottrina e giurisprudenza sulla materia autonomistica, cercando di fornire una lettura agile e lineare dell’autonomia regionale e di illustrare sinteticamente i dati fondamentali della specialità siciliana.

Ci soffermiamo con l’Autrice su alcuni tra questi istituti del tutto peculiari, quali, ad esempio, l’istituzione dell’Alta Corte, con membri designati altresì dalla Regione: “un esempio di organo del tutto atipico, speciale, configurato dal nostro Statuto e che tuttavia non fu realizzato concretamente, perché nel frattempo la Corte costituzionale ne riscontrò la incompatibilità con il sistema introdotto dal legislatore costituzionale” (la competenza dell’Alta Corte fu dichiarata assorbita, infatti, dalla stessa Corte Costituzionale con propria sentenza nel 1957, ndr).

Maria Cristina Pensovecchio ammette inoltre un progressivo allineamento alle altre regioni a Statuto ordinario, esito “sia di una caducazione di taluni istituti autonomistici della Sicilia sia a seguito di interpretazioni restrittive dell’ambito di autonomia statutariamente prevista, soprattutto sul versante delle competenze legislative”.

L’Autrice non manca di congedarci sperando che in questo processo possano inserirsi giovani studiosi, appassionati delle medesime (e rinnovate) istanze autonomistiche che resero possibile lo Statuto siciliano: riconosciuta l’ampiezza di taluni istituti statutari, non sempre compatibili rispetto al quadro complessivamente delineato dalla Costituzione repubblicana, ritiene nondimeno possibile che proprio i giovani siano protagonisti d’una stagione che esalti al meglio taluni tratti più speciali, dell’autonomia regionale, anche nell’ottica di una definizione più equa e solidale delle relazioni Stato-Regione.

La presentazione della monografia avrà inizio alle ore 16.15 presso l’Aula Chiazzese di Giurisprudenza, Via Maqueda 172.

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