Il parlamentare regionale Totò Lentini non ritira la sua candidatura a sindaco e sembra oramai una vera e propria resa dei conti. L’esponente autonomista, tra gli ultimi a uscire allo scoperto (al netto di quel che farà ancora il collega d’aula Edy Tamajo e con la presentazione anche del forzista Franco Cascio in queste ore, ndr) tra i candidati a sindaco di Palermo per le prossime amministrative affila le armi e annuncia che non torna indietro. Il tentativo distensivo del leader siciliano di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, evidentemente non convince nessuno. Lui continua a invocare un unico candidato e concertazioni, un po’ tutti gli altri non si smontano dalla loro posizione. E intanto incombe la data ultima per la presentazione delle liste. L’impressione è che tra pasquetta, il 25 aprile e l’1 maggio nessuno mangerà in serenità il crasto.

“Non baratto con nessuno”

“La mia dignità personale e politica – afferma Lentini – non si baratta con nulla e a chi vorrebbe darmi per accondiscendente a una politica frutto del passato, e quindi prossimo al ritiro della mia candidatura in cambio di qualche incarico, dico assolutamente no, che perde tempo e spreca il suo fiato. Ho sempre detto e ribadisco, anche oggi, che andrò fino in fondo, fino al ballottaggio perché lo devo a chi crede in me e a una Palermo migliore, sganciata da accordi fatti a Roma e nelle segreterie dei partiti”.

L’affondo

Lentini poi affonda e parla di candidati che intendono interloquire con gli autonomisti per ricompattare il centrodestra. Ma per lui è troppo tardi ed il metodo sbagliato: “Avrebbe dovuto agire in comunione di idee utilizzando le primarie come metodo di selezione per il candidato sindaco di Palermo, così come avevo auspicato mesi addietro – aggiunge Lentini -. È tempo di finirla con i tatticismi e iniziare a lavorare seriamente per la città. Non sono più interessato ad alcuna riunione, il tempo è scaduto da diverse settimane, le mie liste civiche andranno avanti e io resto sempre ancora più convinto che sia la cosa giusta da fare per il bene della mia città”, conclude.

Il quadro generale

Il centrodestra non riesce a trovare l’unità  neanche dopo l’ufficializzazione della candidatura di Francesco Cascio. Proprio ieri Gianfranco Miccichè ha ufficializzato la sua candidatura di per Forza Italia. È un Francesco Cascio che, appena qualche ora dopo, parla già da candidato sindaco dopo che ieri mattina lo ha proposto ufficialmente il coordinatore regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè. Obiettivo del candidato sindaco di Forza Italia è ora aprire alle altre forze politiche, alla società civile, “per aver una base di partenza quanto più ampia possibile”, dice.

Troppi cavalieri della tavola rotonda

Ma a rilanciare verso una necessaria sintesi è stato il commissario della Dc Nuova Totò Cuffaro: “Non ricordo quanti erano i cavalieri della tavola rotonda, quel che è sicuro è che a Palermo ci sono già 7 candidati a sindaco nel centrodestra: Cascio, Scoma, Lentini, Lagalla, Faraone, Varchi e perché no, anche Romano” ha detto il commissario regionale della DC Nuova, Totò Cuffaro. Palermo non è certo Camelot. Credo che la soluzione migliore, affinché Camelot non cada nelle mani di Mordred (la sinistra post orlandiana), – aggiunge senza infingimenti – sia che i cavalieri-candidati si chiudano nella sala del regno e, seduti intorno alla tavola rotonda, e senza i Merlino (partiti però senza magie), scelgano fra loro ‘il lancillotto’. E sia solo lui a cimentarsi nella sfida per riconquistare Camelot-Palermo. Lo dico con umiltà sapendo di non essere Parsifal”.

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