L’assunzione tra i ranghi della pianta organica della Regione e l’integrazione oraria. Sono le due richieste avanzate con forza dai 270 lavoratori Asu che sono utilizzati dalla Regione all’interno dei beni culturali siciliani. Questa mattina i precari hanno sottoscritto una lettera indirizzata all’assessorato regionale ai Beni culturali per rivendicare quelli che oramai da tempo considerano dei diritti venuti meno.
Le richieste avanzate
Nella missiva nello specifico si chiede all’assessore regionale Alberto Samonà di farsi portavoce in tutta la politica siciliana tutta per permettere che, dopo 7 anni in totale e tre di utilizzo diretto ai beni culturali, alla categoria venga riconosciuta anzitutto la famosa applicazione della sentenza della Corte Costituzionale, in cui si sancisce questo utilizzo diretto da parte della Regione Siciliana e i relativi “obblighi giuridici che ne conseguono”, vale a dire l’assorbimento nella pianta organica regionale e dunque la fuoriuscita dal bacino del precariato. In seconda istanza si chiede l’integrazione oraria, al pari di altri lavoratori in utilizzo diretto presso altri enti, come accaduto in Comuni e aziende sanitarie.
I passaggi della lettera
Ecco i passaggi più significativi della lettera: “Conosciamo, amiamo e valorizziamo i siti in cui siamo impegnati. Abbiamo maturato l’esperienza necessaria per tutelare questi gioielli così importanti per il rilancio culturale ed economico della nostra amata Sicilia. Questa platea di 270 Asu, comprende numerosi sussidiati che nel corso degli anni hanno conseguito titoli accademici, attestati di formazione professionali, competenze linguistiche ed informatiche, risorse umane che apporterebbero un validissimo contributo ad ogni comparto oltre a quello della custodia, fruizione, vigilanza e sicurezza, svolto affiancando e spesso sostituendo il carente personale di ruolo. Inoltre Egregio Assessore Lei è anche al corrente del non indifferente sacrificio economico sostenuto da molti dei sussidiati per raggiungere i siti che distano anche 90 chilometri a fronte di un misero sussidio di 593 euro, per giunta spesso non puntuale”.
Dar seguito agli impegni
Gli Asu chiedono che la politica regionale dia seguito ai suoi impegni, come quelli assunti nel gennaio scorso al tavolo del dipartimento regionale al Lavoro e nel marzo successivo in aula all’Ars dall’assessore regionale Antonio Scavone in cui si esprime la volontà di utilizzare al meglio questo personale, nonché di fare ottenere ai sussidiati un’integrazione oraria.
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