“Lavori in corso”: scritta che si può leggere nelle classiche reti di colore arancione poste a sbarrare un’area di cantiere. Le stesse scritte che si possono tranquillamente trovare dinanzi alla buca di via Guardione, a Palermo, all’altezza del civico 10. Un foro magno di un metro di profondità che costringe, giornalmente, gli automobilisti a circumnavigare la zona transennata per potere procedere dall’area del porto verso il centro. Da capire però cosa si intenda per “lavori in corso” visto che, ad un mese di distanza, non solo la buca è ancora lì ma è anche peggiorata in termini di diametro. Il tutto in un’area già fiaccata da due importanti cantieri, quello del sottopasso di via Crisipi o quello del collettore fognario all’altezza di via Roma.
In un mese nulla è cambiato
Come sopra ricordato, la prima segnalazione effettuata dai residenti della zona risale al 4 settembre scorso quando, all’altezza del civico 10, si è formata una grossa buca da un metro di profondità, proprio nella parte centrale della sede stradale di via Guardione. Fatto che ha costretto gli operatori del Coime a recintare l’area in questione e che ha limitato la viabilità in zona, impedendo ad esempio il passaggio a camion e mezzi pesanti. Sul posto sono presenti diversi sottoservizi, il che porrà delle difficoltà per identificare il soggetto preposto che si dovrà occupare dei lavori.
Il problema della manutenzione stradale
Quello della manutenzione ordinaria delle strade è un problema serio che, lo scorso anno, ha generato contenziosi per circa 18 milioni di euro. Uno stato di cose generato dal limbo in cui è finita la materia. La stessa è stata tolta dal contratto di servizio sottoscritto con Rap, a causa dell’impossibilità di potere onorare quanto sottoscritto a causa dei ben noti problemi di personale che affliggono al partecipata di piazzetta Cairoli. A causa delle modifiche, Rap si occupa al momento soltanto degli interventi straordinari di propria competenza, in virtù dell’accordo sottoscritto con la vecchia Amministrazione. Servizio peraltro esternalizzato per la cosiddetta manutenzione a caldo.
Il servizio straordinario dovrebbe quindi essere affidato ai privati. Figura peraltro fra i punti del piano triennale delle opere pubbliche. Ma a causa dei ben noti problemi economico-finanziari di Palazzo delle Aquile, tale operazione è stata traslata nel tempo, lasciando il capoluogo siciliano praticamente privo di un’importante servizio per la comunità. Di recente, l’Amministrazione Lagalla ha cercato di trovare una soluzione per potere in qualche modo riempire il buco formatosi sulla manutenzione del cosiddetto “nero stradale”. L’idea sarebbe quella di direzionare parte dei fondi ex Gescal, destinati ad interventi sulle periferie, verso tale servizio. Bisogna capire quali interventi rischiano di essere cassati. Nel frattempo però, Palermo è sempre più colabrodo. La stagione invernale è alle porte e il capoluogo siciliano rischia di trasformarsi in una groveria, come accaduto lo scorso anno.
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