Vertice a porte chiuse nel Municipio di Ragusa col vice ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri per l’autostrada Ragusa-Catania che le province di Catania e Ragusa aspettano da anni. Cancelleri ha annunciato ai sindaci presenti e alle associazioni datoriali e sindacali il cronoprogramma dell’opera e soprattutto la copertura finanziaria dell’opera che una volta che la si vuole realizzare totalmente pubblica non ha tutti i necessari finanziamenti.

Cancelleri ha annunciato che il progetto sta per essere acquisito dal concessionario – la Sarc – che aveva vinto il project financing per 40 milioni di euro e andrà al Cipe per la definitiva approvazione entro il mese di dicembre. Sul tavolo resta il problema della copertura dei 539 milioni che avrebbe dovuto investire il concessionario privato e Cancelleri ha chiesto che sia la Regione siciliana ad impegnarsi per questa cifra ma l’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha frenato perché quei fondi sono stati destinati ad altre opere pubbliche siciliane e significherebbe stornarle da un territorio a favore di un altro.

“Il governo Musumeci – ha detto Falcone – è disponibile a fare questa anticipazione di somme ma lo si metta per iscritto con una norma nella prossima Finanziaria”. Al momento l’autostrada Ragusa-Catania conta sul finanziamento di 149 milioni di euro da parte dell’Anas e di 217 milioni da parte della Regione. Mancano all’appello 539 milioni di euro che la Regione dovrebbe anticipare allo Stato. Se tutto dovesse filare liscio secondo il cronoprogramma fissato da Cancelleri i cantieri dovrebbero essere attivati fra due anni e mezzo e l’opera verrebbe realizzata in 8 lotti.

“Il vice ministro alle Infrastutture Giancarlo Cancelleri dovrà essere l’ultimo politico a parlare della posa della prima pietra per la Ragusa- Catania”. L’ha detto Luigi Di Maio agli attivisti del M5S riuniti nell’Auditorium della Camera di Commercio di Ragusa. “L’autostrada sarà totalmente pubblica, acquisiremo il progetto dal concessionario Sarc – ha annunciato Cancelleri – e il 27 novembre vi sarà una riunione del Vipe per aver gli ultimi pareri e autorizzazioni; il 9 dicembre vi sarà il pre-Cipe per cambiare il soggetto attuatore dell’opera: si passerà dal concessionario privato Sarc di Bonsignore all’Anas e il 20 dicembre è previsto il Cipe per l’approvazione del progetto esecutivo e del finanziamento. Per noi l’opera in Sicilia è di prioritaria importanza”.

Poi  i riferimenti sono alla politica nazionale:  “Chi ci vuole morti ci troverà sempre in piedi a combattere sino all’ultimo minuto” conclude Luigi Di Maio. FA autocritica ma non si mostra per nulla arrendevole. “Nel giro di 18 mesi – ha aggiunto il capo politico del Movimento 5 Stelle– abbiamo fatto leggi di grande portata come il carcere per i grandi evasori e qualcuno vuole trasformarci come il male di questo Paese. SAppiano che noi ci saremmo sino alla fine è cercheremo di cambiare il volto di questo Paese. Purtroppo nell’obiettivo di fare ciò abbiamo perso il  contatto con la gente, non a caso sono qui perché vogliamo recuperare questo rapporto privilegiato con la cittadinanza”.

“Sarà importante nei prossimi giorni fare incontrare i nostri capigruppo in Parlamento con le altre forze della maggioranza e da gennaio delineare una precisa road map delle cose da fare”. ha aggiunto  parlando del nuovo contratto di governo. “Dobbiamo fare tante riforme come quella di togliere alle Regioni la nomina dei vertici della sanità, il salario minimo, il conflitto d’interessi, una legge per la casa degli italiani che troppo spesso gli viene portata via o non riescono a comprarla -ha sottolineato -. Questi sono obiettivi nostri ma abbiamo un programma da creare insieme alle altre forze di maggioranza a tappe serrate e questo ci permetterà di rafforzare il governo”.

“Fake news, quindi notizie non vere ci sono sul rapporto tra me e il presidente del Consiglio: il M5s è unito e compatto, sostiene questo governo e vogliamo che governi tre anni ancora. Per farlo abbiamo bisogno di un contratto di governo molto più forte” ha concluso Di Maio.

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