Operazione anti-caporalato in provincia di Ragusa. Dalle prime ore della giornata odierna i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Ragusa e del nucleo ispettorato del lavoro di Ragusa stanno eseguendo un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura del capoluogo ibleo, di applicazione di una misura cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di tre cittadini italiani, titolari di un’azienda agricola di produzione di ortaggi con sede a Ispica: sono ritenuti responsabili, in concorso, di sfruttamento del lavoro, estorsione e violazione delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nei confronti dell’azienda è in corso anche il sequestro preventivo di una somma di quasi 850.000 euro.

Caporalato nel Catanese

Nuova stretta contro il lavoro nero e nella lotta al caporalato in provincia di Catania. I carabinieri – col supporto dei colleghi del Nil – hanno effettuato dei controlli su lavoratori, spesso irregolari, che dimorano nella tendopoli di “Ciappe Bianche” di Paternò, impegnati proprio in quelle campagne per la raccolta agrumicola che durante questa stagione raggiunge l’apice.

Le minacce del “caporale”

In tale contesto, i militari della stazione di Biancavilla hanno posto sotto la loro lente d’ingrandimento un cittadino romeno, già recentemente denunciato dallo stesso reparto per sfruttamento del lavoro, poiché anche attraverso minacce di morte, avrebbe agito da “caporale”. L’uomo infatti avrebbe non soltanto trasportato cittadini extracomunitari nei terreni agricoli del paternese per la raccolta delle arance, ma anche lucrato sulla paga di questi ultimi, che ricevevano in realtà una piccola quota rispetto a quanto stabilito dall’impresa, intascandosi il resto.

Cinque tunisini irregolari ascoltati dai carabinieri

Durante il controllo, nell’abitazione del romeno è stata quindi rilevata la presenza di 5 cittadini tunisini tra i 22 e i 41 anni, del tutto irregolari sul territorio nazionale, che ascoltati dai militari dell’Arma, hanno dichiarato di essere impiegati in questi giorni quali braccianti presso le campagne paternesi.

Riscontrato allaccio abusivo alla rete elettrica

Durante l’ispezione, i carabinieri hanno poi accertato, con il supporto dei tecnici dell’Enel, anche l’allaccio abusivo alla rete elettrica dell’intero stabile dove alloggiavano i tunisini su indicazione del rumeno, motivo per cui quest’ultimo è stato altresì denunciato per furto di energia elettrica.