I Carabinieri della Stazione di Acate, a conclusione di una accurata ed articolata attività d’indagine, hanno denunciato a piede libero un uomo di 32 anni, originario del luogo, responsabile di furto aggravato e maltrattamento di animali commessi il 3 aprile scorso, in danno di un pensionato, e un uomo di anni 38 anni per favoreggiamento personale, anch’esso originario del luogo.
Il pony rubato, trascinato da un’auto e poi abbandonato morente
In particolare, l’autore del reato, dopo aver scardinato la serratura di un cancello posto a protezione di un recinto, si impossessava di un pony che, dopo averlo legato alla propria autovettura, trascinava per circa 5 Km lungo la S.P.1, per poi abbandonarlo morente sul manto stradale.
Il denunciato incastrato dalle immagini di videosorveglianza
Nel corso delle indagini, i militari dell’Arma sono risaliti all’autore di tale crudeltà, grazie alla visione delle immagini presenti nelle registrazioni di alcune videocamere, situate lungo il tragitto percorso dal 32enne.
Il 32enne ha ammesso le proprie responsabilità
Alla luce degli elementi indiziari raccolti dai Carabinieri, il 32enne, durante l’interrogatorio, ha ammesso le proprie responsabilità in ordine ai reati contestati.
Forse un complice
I Carabinieri nel corso degli ulteriori approfondimenti investigativi, al fine di conoscere il movente che ha spinto l’uomo a compiere l’insano gesto, hanno anche raccolto ulteriori elementi indiziari a carico di un’altra persona che avrebbe posto in essere una serie di condotte finalizzate ad ostacolare l’individuazione dell’autore del delitto.
I fatti
L’animale è stato trovato il 3 aprile intorno alle 7 del mattino da alcune persone che lavorano in un’azienda della zona, che hanno allertato i responsabili dell’associazione animalista Oipa e i carabinieri. L’animale, una femmina di dieci anni, è stato soccorso dai veterinari dell’Asp, ma era ormai agonizzante ed è stato soppresso.
La mobilitazione del mondo animalista
Per domenica prossima, 10 aprile, il noto animalista siciliano Enrico Rizzi sta organizzando un sit-in. Da lui è partito nei giorni scorsi un appello: “La terribile scia di sangue – afferma – con il corpo del povero pony legato sul retro di una macchina nel ragusano e trascinato per oltre tre chilometri. Mi rivolgo ancora una volta agli abitanti di Acate: non siate omertosi; denunciate di avere una coscienza perché sono certo che qualcuno ha visto. Andate nel più breve tempo possibile dai carabinieri e parlate. Domenica andiamo tutti a Ragusa. Voglio il nome di chi ha trascinato quel povero pony per 3 chilometri. Aspetto tutto il mondo animalista”.
L’indignazione dell’amministrazione comunale
Il Comune di Acate ha manifestato l’intenzione di costituirsi parte civile. “Uccidere un animale e farlo in questo modo è da criminali – ha detto il sindaco Giovanni Di Natale -, valuteremo con gli uffici la possibilità di costituirci parte civile”.
Il monito del presidente di Italian Horse Protection: “Rivedere la legge”
Sulla vicenda, che ha scosso l’opinione pubblica, sono intervenute nei giorni scorsi diverse associazioni animaliste. “Siamo ben oltre i maltrattamenti. Questa è barbarie. Un gesto disumano che è impossibile accettare”. Così Sonny Richichi, presidente di IHP (Italian Horse Protection, la prima associazione italiana di tutela degli equidi)
“Chi commette reati di questo genere in una società civile non dovrebbe restare impunito o quasi – aveva proseguito Richichi – Invece, purtroppo, in Italia non possiamo ancora definirci una società civile perché le pene detentive per chi compie gesti mostruosi e vigliacchi come questo non vengono praticamente mai applicate, anche se in punta di diritto sarebbero previste. Chi ha torturato quella povera bestia fino a farla morire probabilmente non farà un solo giorno di carcere: occorre rivedere la legge e perseguire questi reati in misura degna”.
Lndc Animal Protection: “Servono maggiori controlli, killer spietato e sadico”
“Mi dispiace dirlo ma la provincia di Ragusa non è nuova a questo genere di crudeltà sugli animali”, aveva commentato Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection. “Negli anni abbiamo assistito ad avvelenamenti e impiccagioni di cani e gatti randagi in diversi Comuni della Provincia, ci siamo appellati ai Sindaci per chiedere maggiori controlli e abbiamo sporto denunce. Proprio come faremo anche in questo ennesimo e brutale caso di violenza spietata e inspiegabile”.
Aveva proseguito Rosati: “Da quanto abbiamo appreso, i Carabinieri sono già al lavoro per indagare su chi possa essere il responsabile di tanta atrocità e c’è la speranza che alcune telecamere di sorveglianza possano fornire elementi utili. Chi compie un gesto del genere è sicuramente una persona squilibrata, magari non apparentemente, ma è una persona che rappresenta un pericolo per tutti gli esseri viventi. Un killer spietato e sadico che va fermato”.
“Ancora una volta mi appello a tutti i cittadini della zona, invitandoli a fornire informazioni se hanno qualche idea su chi possa essere stato a compiere questa barbarie. Non si può rimanere impassibili davanti a una crudeltà senza senso come questa. Allo stesso tempo rinnovo l’appello alle Istituzioni locali affinché promuovano progetti di sensibilizzazione contro la violenza sugli animali ed educhino la popolazione al rispetto della vita, nonché delle leggi. Oltre che da un punto di vista legale, infatti, questi comportamenti devono essere combattuti da un punto di vista culturale, per eradicare quella subcultura ancora troppo presente che vede gli animali come oggetti che possono essere maltrattati a proprio piacimento anziché come esseri viventi che hanno sentimenti esattamente come i nostri”, aveva concluso Rosati.
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